IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI, IMMATERIALI E FINANZIARIE
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Per immobilizzazione in economia aziendale si intendono tutti i beni che vengono utilizzati in azienda per più di un anno. Ad esempio: un macchinario, un impianto di produzione o un software. Questi beni non si esauriscono con un uso o al termine dell’esercizio ma rimangono all’interno dell’impresa per lunghi periodi.
Indice dei contenuti:
Cosa sono
Le immobilizzazioni, secondo l’art. 2424-bis, sono “gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente”.
Molti dei beni che vengono utilizzati in azienda hanno un uso singolo o limitato nel tempo. Invece, le immobilizzazioni rimangono attive per più tempo, solitamente per più anni. Per questo il loro impiego viene definito “pluriennale”. Questa è la differenza principale rispetto agli elementi di attivo circolante.
Si definiscono immobilizzazioni proprio perché non possono essere smobilizzate nel breve periodo, sicuramente non entro 12 mesi. Esistono tre tipologie:
- materiali;
- immateriali;
- finanziarie.
Ciascuna ha le proprie caratteristiche e vengono inserite in bilancio suddividendole all’interno di queste tre categorie.
Immobilizzazioni materiali
Le immobilizzazioni materiali sono beni materiali tangibili di utilizzo durevole. Sono i più comuni in azienda, ad esempio: macchinari, impianti, automezzi ecc.
L’art. 2424, che descrive il contenuto dello stato patrimoniale, elenca tutte le tipologie di beni che ne fanno parte:
Le immobilizzazioni materiali vengono chiamate anche immobilizzazioni tecniche, perchè comprendono tutti i fattori produttivi o beni strumentali che vengono utilizzati per lo svolgimento della gestione caratteristica dell’impresa. Approfondisci l’argomento leggendo questo articolo.
Immobilizzazioni immateriali
Le immobilizzazioni immateriali sono beni non tangibili che hanno un’utilità pluriennale, come ad esempio:
Rispetto alle immobilizzazioni materiali, quelle immateriali, non si riferiscono ad un bene specifico bensì ad un insieme di elementi non tangibili, sempre aventi utilizzo pluriennale.
Ad esempio, comprende i costi di avviamento, ovvero tutti quelli che sussistono alla creazione della società, i costi di ampliamento, che si hanno nel caso di un potenziamento dell’attività. Comprendono anche software, marchi e brevetti che sono beni di utilizzo pluriennali di per sé non tangibili. Approfondisci l’argomento leggendo questo articolo.
Immobilizzazioni finanziarie
Le immobilizzazioni finanziarie sono titoli, crediti e altri strumenti finanziari destinati a rimanere nel patrimonio dell’azienda per più anni.
Se l’impresa decidesse di effettuare qualsiasi investimento finanziario tramite l’acquisto di azioni, titoli o partecipazioni di altre società, di tipo durevole e pluriennale, questi dovranno essere iscritti all’interno delle immobilizzazioni finanziarie.
L’azienda può decidere di acquisire un’immobilizzazione finanziaria per due motivi:
- effettuare un investimento speculativo;
- acquisire un’altra azienda, tramite l’acquisto di quote, azioni o altri crediti.
Se si tratta di un investimento di breve periodo o di un credito commerciale che verrà a breve saldato, verrà iscritto all’interno dell’attivo circolante. Viceversa, se si presume di tenere all’interno del patrimonio della società per più esercizi allora si tratta di un’immobilizzazione.
Lo stesso discorso vale per i crediti. Difficilmente entreranno a far parte delle immobilizzazioni i crediti commerciali ma solo quelli di natura finanziaria. Ovvero i crediti che l’azienda possiede verso le imprese collegate e controllate che, trattandosi di imprese facenti parte dello stesso gruppo, possono avere termini di scadenza più prolungati. Approfondisci l’argomento leggendo questo articolo.
Immobilizzazioni e stato patrimoniale
Le immobilizzazioni vengono scritte all’interno del bilancio, in particolare:
- nello stato patrimoniale;
- all’attivo;
- alla lettera C.
Si tratta delle uniche voci di costo ad essere inserite nello stato patrimoniale e non nel conto economico, proprio per la loro caratteristica di essere pluriennali.
Tutte le tipologie di immobilizzazioni devono essere scritte al valore al netto degli ammortamenti e delle svalutazioni. Vale a dire, che l’importo in bilancio sarà pari a quanto vale l’immobilizzazione nel momento in cui viene redatto il documento, non al valore di acquisto. Questo perché sono soggette a:
- ammortamento, ovvero il processo contabile che consente di ridurre il valore del bene, spalmando il suo costo su tutti gli anni in cui viene utilizzato;
- svalutazioni, cioè quando si procede con la diminuzione dell’importo del bene in bilancio se c’è stata una vera e propria perdita del valore, ad esempio per obsolescenza, deterioramento fisico o cambio significativo del valore di mercato.
Le immobilizzazioni vengono scritte anche nella nota integrativa, dove vengono descritti i criteri di ammortamento, i movimenti e la loro composizione.
Immobilizzazioni in corso e acconti
“Immobilizzazioni in corso e acconti” è una voce delle immobilizzazioni materiali e immateriali.
Secondo il principio OIC 24 sono “Costi interni ed esterni sostenuti per la realizzazione di un bene immateriale per il quale non sia ancora stata acquisita la piena titolarità del diritto (nel caso di brevetti, marchi, ecc.) o riguardanti progetti non ancora completati (nel caso di costi di sviluppo).”
Le immobilizzazioni in corso e acconti in sostanza sono:
- beni immateriali in corso di realizzazione, ad esempio beni che si stanno producendo al proprio interno non conclusi;
- acconti a fornitori per l’acquisto di immobilizzazioni immateriali, ad esempio progetti non ancora terminati.
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Igor Zardoni
Cintura nera di excel e appassionato di scrittura. Parole e numeri sono le due facce della mia passione e della mia professione.