PMI: DEFINIZIONE E PARAMETRI
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Quando si parla di aziende, molto spesso si sente utilizzare un termine per descriverle: PMI. Ma cosa sono le PMI? In realtà, con questo termine ci si riferisce solamente ad alcuni tipi d’impresa, i quali rispettano alcuni parametri legati ai risultati e alle dimensioni.
Un tempo, questo termine veniva utilizzato in maniera troppo generica. Dato il fatto che le PMI potevano e possono tutt’oggi godere di alcune agevolazioni per quel che riguarda gli investimenti, l’Unione Europea ha messo dei paletti precisi.
PMI: definizione
In realtà l’acronimo esatto e più completo è MPMI, il quale sta a indicare le micro-piccole-medie imprese.
Con MPMI si intende un universo di aziende che, a rigor di logica, non possono definirsi grandi, sia dal punto di vista dei risultati economico-patrimoniali, che da quello dimensionale.
L’Unione Europea ha cercato di porre l’attenzione sulla correttezza della loro definizione fin dal 1996, con la raccomandazione 96/280/CE. Con essa, si cercava di rendere unitario e preciso il concetto di PMI, in tutto il territorio di competenza dell’Unione.
Con la raccomandazione 2003/361/CE, furono poi pubblicati i parametri ufficiali con cui identificare una PMI. A riferimento di ciò, qui sotto viene trascritto l’art. 2 della sopracitata raccomandazione:
“La categoria delle Micro-imprese, delle Piccole imprese e delle Medie imprese (PMI) è costituita da imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro”
PMI: parametri
Come descritto all’interno dell’art. 2 della raccomandazione 2003/361/CE, per potersi considerare PMI (o MPMI), un’azienda deve rispettare obbligatoriamente il seguente parametro dimensionale:
- avere meno di 250 dipendenti.
Inoltre, oltre al parametro dimensionale sopra-riportato, è necessario rispettare almeno uno dei seguenti parametri economico-patrimoniali:
- fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro;
- totale di bilancio annuo inferiore ai 43 milioni di euro.
In altre parole, un’azienda che rispetti il parametro dimensionale e almeno un parametro economico-patrimoniale, può considerarsi una PMI.
È possibile poi capire le differenze interne alla stessa definizione di PMI. Ovvero, all’interno della raccomandazione sono stati presentati i parametri per poter distinguere tra:
- micro-impresa: minore 10 dipendenti; minore-uguale a 2 milioni € di fatturato oppure minore-uguale a 2 milioni € di totale di bilancio;
- piccola impresa: minore 50 dipendenti; minore-uguale a 10 milioni € di fatturato oppure minore-uguale a 10 milioni € di totale di bilancio;
- media impresa: minore 250 dipendenti; minore-uguale a 50 milioni € di fatturato oppure minore-uguale a 43 milioni € di totale di bilancio;
L’immagine qui sotto può essere di aiuto:
PMI: imprese associate e collegate
Con il passaggio dalla raccomandazione del 1996 a quella del 2003, fu eliminato il quarto parametro necessario dell’indipendenza. Da quel momento invece fu esplicitato il concetto di “impresa associata e collegata”, nonché la sua specificazione in due rami:
- associata;
- collegata.
Un’impresa è associata in uno di questi due casi (o entrambi):
- detiene tra il 25% e il 50% di partecipazioni di un’altra impresa;
- un’altra impresa detiene tra il 25% e il 50% delle sue partecipazioni.
Un’impresa è collegata invece quando:
- detiene più del 50% di partecipazioni di un’altra impresa;
- un’altra impresa detiene più del 50% delle sue partecipazioni.
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Igor Zardoni
Cintura nera di excel e appassionato di scrittura. Parole e numeri sono le due facce della mia passione e della mia professione.