VALORE DELLA PRODUZIONE: CONTABILITÀ E BILANCIO
Tempo di lettura: 4 minuti
Il valore della produzione misura il totale della produzione economica generata da un’impresa nel corso di un esercizio. Nel conto economico civilistico è composta da cinque voci:
- ricavi delle vendite e delle prestazioni;
- variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti;
- variazioni dei lavori in corso su ordinazione;
- incrementi di immobilizzazioni per lavori interni;
- altri ricavi e proventi.
La medesima definizione di “valore della produzione” è adottata anche nei conti economici riclassificati, rispetto ai quali però, la voce “altri ricavi e proventi” viene spesso esclusa.
Indice dei contenuti:
Principio contabile OIC 12
Attraverso i principi contabili, la fondazione OIC interpreta le normative e indica le regole tecnico-contabili da applicare alla redazione dei bilanci. Il valore della produzione è definito nella pubblicazione OIC 12. I corsivi presenti all’interno del presente articolo sono citazioni riportate da tale pubblicazione.
In cosa consiste il valore della produzione
Ricavi delle vendite e delle prestazioni
In questa voce sono indicati tutti ricavi relativi alla gestione caratteristica dell’impresa, al netto di resi, abbuoni e sconti (art. 2525-bis). Sono esclusi la produzione che non genera una fatturazione diretta (rimanenze e lavori interni) e i ricavi extra caratteristici.
Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti
In generale, le variazioni delle rimanenze possono avere un valore positivo o negativo. Ciò dipende da risultato del seguente questo calcolo.
Quando le rimanenze finali sono inferiori alle iniziali si ha una riduzione del valore della produzione. In pratica, sono esposti sempre in questa sezione, però con valore di segno negativo.
Questa componente di reddito è fortemente condizionata dal criterio di valutazione delle rimanenze che viene adottato. In alcuni casi, il margine di discrezionalità è tale da invertire il risultato d’esercizio.
Quali sono i prodotti in corso di lavorazione e semilavorati
Sono quei prodotti che rappresentano un livello intermedio tra la materia prima e il prodotto finito. Hanno subito una o più fasi di lavorazione ma non sono ancora pronti per la vendita, come ad esempio:
- una persiana tagliata e assemblata in attesa di essere verniciata e rifinita;
- prodotti in attesa di lievitazione per i pastifici;
- cuscini e strutture in legno in attesa di essere rivestite per l’impresa che produce poltrone.
Quali sono i prodotti finiti
Sono i prodotti pronti per la vendita. Si intendono prodotti finiti quelli che hanno subito un processo di trasformazione all’interno dell’impresa.
Sono diverse dalle merci (le cui variazioni si collocano nei costi di produzione), ovvero quegli articoli acquistati da grossisti o altri rivenditori che non hanno subito trasformazioni.
Variazioni dei lavori in corso su ordinazione
Vale quanto già scritto sopra. Le variazioni delle rimanenze possono prendere un valore positivo o negativo. Ciò dipende da risultato del seguente questo calcolo.
Quando le rimanenze finali sono inferiori alle iniziali si ha una riduzione del valore della produzione. In pratica, sono esposti sempre in questa sezione, però con valore di segno negativo.
Quali sono i lavori in corso su ordinazione
Rispetto ai prodotti in corso di lavorazione e semilavorati, si distinguono per la presenza di un contratto di vendita (o commessa), di durata anche ultrannuale, per la realizzazione di un bene (o una combinazione di beni) o per la fornitura di beni o servizi non di serie che insieme formino un unico progetto.
Sono lavori eseguiti su ordinazione del committente secondo le specifiche tecniche da questi richieste.
Esempio di lavori in corso su ordinazione:
- Importo totale della commessa: 100.000 €
- Valore realizzato: 70.000 €
- Importo già fatturato al cliente: 50.000 €
- lavori in corso su ordinazione: 70.000 – 50.000 = 20.000 €
- Rimanenze dei lavori in corso su ordinazione (anno precedente): 30.000 €
- Variazione dei lavori in corso su ordinazione: 20.000 – 30.000 = – 10.000 €
Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
Comprende tutti i costi capitalizzati, che danno luogo ad iscrizioni all’attivo dello stato patrimoniale nelle voci delle classi BI “Immobilizzazioni immateriali” e BII “Immobilizzazioni materiali”, purché si tratti di costi interni (ad esempio, costi di personale, ammortamenti), oppure di costi esterni (ad esempio, acquisti di materie e materiali vari) sostenuti per la fabbricazione, con lavori interni, di beni classificati nelle immobilizzazioni materiali ed immateriali (ad esempio, un impianto costruito all’interno della società, con personale della medesima).
Altri ricavi e proventi
La voce comprende tutti i componenti positivi di reddito non finanziari, riguardanti l’attività accessoria, ovvero:
Segui FareNumeri su Linkedin
Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in controllo di gestione.