PRINCIPI DI REDAZIONE DEL BILANCIO
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La redazione del bilancio ha come fonte primaria e fondamentale il codice civile. L’art.2423-bis “principi di redazione del bilancio” è uno dei pilastri su cui si fonda la disciplina contabile.
Questa identificazione autorevole e puntuale, nel linguaggio comune si sovrappone, e talvolta si confonde con altri principi collegati alla redazione del bilancio e precisamente: i principi fondamentali contenuti nell’art.2423 e i principi contabili OIC e IAS.
Indice dei contenuti:
- 1 I principi del bilancio spiegati in 100 secondi – VIDEO
- 2 L’articolo 2423-bis c.c. e la sua interpretazione
- 3 Principio di prudenza
- 4 Principio di continuità aziendale
- 5 Principio di prevalenza della sostanza
- 6 Principio di competenza economica
- 7 Principio di costanza nei criteri di valutazione
- 8 Principio di rilevanza
- 9 Principio di comparabilità
- 10 Altri principi relativi alla redazione del bilancio
I principi del bilancio spiegati in 100 secondi – VIDEO
L’articolo 2423-bis c.c. e la sua interpretazione
I principi di redazione del bilancio sono delle regole generali da seguire nella contabilizzazione delle operazioni di gestione e nell’esposizione delle singole voci negli schemi di bilancio, in modo da garantirne l’attendibilità. Il modo più diretto per capire cosa sono, è partire dal codice civile:
Art.2423-bis Principi di redazione del bilancio
In vigore dal 01/01/2016, modificato da: Decreto legislativo del 18/08/2015 n. 139 Articolo 6. Nella redazione del bilancio devono essere osservati i seguenti principi:
1) la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dell’attività;
1-bis) la rilevazione e la presentazione delle voci e’ effettuata tenendo conto della sostanza dell’operazione o del contratto;
2) si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell’esercizio;
3) si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento;
4) si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di questo;
5) gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente;
6) i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all’altro (1).
Deroghe al principio enunciato nel numero 6) del comma precedente sono consentite in casi eccezionali. La nota integrativa deve motivare la deroga e indicarne l’influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico.
Una interpretazione più estesa dei principi di redazione del bilancio (detti anche postulati di bilancio) è fornita dall’OIC. L’organismo italiano di contabilità interpreta e integra i dettami del codice civile e approfondisce le tematiche collegate alle finalità del bilancio d’esercizio.
I principi di redazione del bilancio sono trattati all’interno della pubblicazione OIC 11. I corsivi presenti all’interno di questo articolo sono citazioni riportate da tale pubblicazione.
Principio di prudenza
Il principio della prudenza prevede che la valutazione delle voci di bilancio sia fatta utilizzando cautela nelle stime effettuate in condizioni di incertezza.
Nello specifico, si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell’esercizio, e ancora, si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio anche se conosciuti dopo la chiusura di questo.
In caso di incertezza nella contabilizzazione dei componenti economici il principio della prudenza deve prevalere sul principio della competenza quindi, gli utili attesi ma non ancora effettivamente realizzati non devono essere contabilizzati mentre, tutte le perdite anche se non definitivamente realizzate devono essere riflesse in bilancio, anche se conosciute dopo la chiusura dell’esercizio.
Questo principio definisce un’asimmetria nel trattamento delle componenti positive e negative del reddito, le eccezioni sono esplicitamente indicate nel codice civile.
Alcune declinazioni pratiche del postulato sono indicate nell’OIC 25 e nell’OIC 32:
- OIC 25: Le imposte sul reddito sono rilevate solo se ragionevolmente certe, mentre tale cautela non è prevista per le imposte differite;
- OIC 32: “Fondi rischi ed oneri e TFR” le attività e gli utili potenziali, anche se probabili, non sono rilevati in bilancio per il rispetto del principio della prudenza.
Principio di continuità aziendale
Il principio della continuità aziendale stabilisce che la valutazione delle voci di bilancio deve essere fatta nella prospettiva della continuazione dell’attività aziendale, identificando l’azienda come un complesso economico funzionante destinato alla produzione di reddito.
La direzione aziendale deve effettuare una valutazione prospettica sulla capacità dell’azienda di continuare ad operare producendo reddito per almeno dodici mesi dalla data di riferimento del bilancio.
Le significative incertezze o rischi rilevati devono essere evidenziati nella nota integrativa, fornendo anche i piani aziendali futuri per affrontarli.
Alcuni esempi degli effetti che il cambiamento dell’orizzonte temporale di riferimento può determinare sull’applicazione dei principi contabili nazionali, in relazione a talune voci di bilancio sono:
- la revisione della vita utile e del valore residuo delle immobilizzazioni materiali e immateriali;
- la stima del valore recuperabile delle immobilizzazioni;
- l’esame dei contratti esistenti per la rilevazione di eventuali contratti onerosi;
- la valutazione della recuperabilità delle imposte anticipate.
Nel caso in cui viene accertata dagli amministratori una delle cause di scioglimento previste dall’art.2484 c.c. il bilancio viene redatto senza la prospettiva della continuità aziendale.
Principio di prevalenza della sostanza
Secondo il principio della prevalenza della sostanza, la rilevazione e la presentazione delle voci viene svolta tenendo conto della sostanza dell’operazione o del contratto.
Le definizioni, le condizioni richieste per l’iscrizione o la cancellazione degli elementi di bilancio, i criteri di valutazione sono i mezzi utilizzati per esaminare i termini contrattuali delle transazioni e stabilire, tenendo conto del principio di prevalenza della sostanza sulla forma, se queste devono essere rappresentate o meno in bilancio.
Fare questa analisi è importante per stabilire l’unità elementare da contabilizzare e per definire se dividere o aggregare gli effetti sostanziali derivati da un contratto o da più contratti in quanto, da un unico contratto possono scaturire più diritti o obbligazioni che richiedono una contabilizzazione separata e viceversa.
Ad esempio, l’OIC 23 lavori in corso su ordinazione indica le condizioni al verificarsi delle quali un gruppo di ordini è trattato come un singolo ordine o viceversa, un singolo ordine è suddiviso in differenti fasi.
Principio di competenza economica
Le tre cose importanti da ricordare del principio di competenza sono:
- “Si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento”. Questo significa che la competenza è il criterio temporale con i quale questi elementi devono essere rilevati contabilmente e attribuiti all’esercizio al quale si riferiscono, non a quello in cui si concretizzano i relativi incassi e pagamenti;
- “Si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di questo”, infatti l’OIC 29 i fatti intervenuti dopo la chiusura del bilancio che devono essere contabilizzati, ovvero “quelli che evidenziano condizioni che esistevano già alla data di riferimento del bilancio, ma che si manifestano solo dopo la chiusura dell’esercizio e che richiedono modifiche ai valori delle attività e passività in bilancio”;
- i costi devono essere correlati ai ricavi dell’esercizio. Alcuni esempi di correlazione tra costi e ricavi li troviamo negli OIC che trattano le scritture di rettifica.
Per approfondire l’argomento leggi il nostro articolo sul principio di competenza.
Principio di costanza nei criteri di valutazione
Secondo questo principio i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all’altro, se non in casi eccezionali. Come precisato all’interno dell’OIC 11, la continuità di applicazione dei principi contabili ed in particolare dei criteri di valutazione, è una condizione essenziale della comparabilità dei bilanci.
Nel caso in cui avvengano questi cambiamenti, la nota integrativa “deve motivare la deroga ed indicarne l’influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico”, secondo quanto previsto dall’OIC 29.
Principio di rilevanza
L’informazione per essere utile deve soddisfare le esigenze informative degli utilizzatori e si considera rilevante se la sua omissione o errata presentazione può influenzare le decisioni che gli utilizzatori prendono sulla base dei documenti contabili.
Per quantificare la rilevanza si tiene conto sia degli aspetti quantitativi sia qualitativi:
- quantitativi: si considera la dimensione degli effetti economici della transazione o un altro evento rispetto alle grandezze di bilancio. I valori di bilancio presi come riferimento variano da caso a caso ma, è preferibile evidenziare quelli che interessano i destinatari primari del bilancio;
- qualitativi: riguardano caratteristiche peculiari dell’operazione o dell’evento tali da influenzare le decisioni dei destinatari primari del bilancio.
In alcuni casi, indicati nei principi contabili nazionali, si possono derogare le regole contabili, nelle situazioni in cui tale deroga produca effetti irrilevanti nell’ottica di una rappresentazione veritiera e corretta. Lo scopo di questo principio è quello di fissare, in qualche modo, un limite agli obblighi collegati alla redazione del bilancio.
Principio di comparabilità
Il costante e continuo rispetto dei principi contabili è indispensabile ai fini della comparabilità spazio-temporale dei valori riportati nei documenti contabili.
La comparabilità dipende dall’esistenza di fatti economici simili contabilizzati con gli stessi criteri. Nel caso di un’impresa è possibile comparare i bilanci negli anni se:
- la forma di presentazione è costante, il modo di presentazione delle voci deve essere uguale o almeno comparabile;
- i criteri di valutazione sono rimasti costanti;
- i mutamenti strutturali (acquisizioni, fusioni, etc.) e gli eventi di natura eccezionale sono descritti nelle note di bilancio.
Altri principi relativi alla redazione del bilancio
Oltre ai principi fin qui elencati, per la redazione dei documenti contabili è necessario osservare altre tipologie di principi:
A) I principi fondamentali indicati all’2423 del codice civile, il quale stabilisce che:
”[…] Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio. […]” .
Questi principi sono i capostipiti di qualsiasi regola che riguardi il bilancio e sono così importanti che lo stesso art.2423 enuncia “Se l’applicazione di una disposizione in materia di bilancio prevista dal codice civile è incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata”.
B) I principi contabili OIC e IAS emanati da organismi riconosciuti composti da studiosi ed esperti della materia contabile, hanno lo scopo di interpretare a integrare le norme di legge.
Principio di chiarezza
Fa riferimento alla comunicazione delle informazioni contenute nel bilancio, in particolare alla modalità di esposizione, che deve essere comprensibile ai destinatari che siano forniti di media cultura contabile. Questo concetto si collega anche al principio della precisione, secondo cui i dati storici contenuti nel bilancio devono essere “veri” e i criteri utilizzati per la loro valutazione e registrazione devono essere “corretti”, cioè conformi ai precetti legali e alle norme tecnico-contabili alle quali la legge faccia esplicitamente o implicitamente riferimento.
Rappresentazione veritiera e corretta
Fa rifermento al contenuto delle voci di bilancio che forniscono le informazioni. La verità nei dati di bilancio si ottiene quando c’è corrispondenza tra il valore iscritto nel bilancio e l’intrinseco contenuto del bene, del diritto o del rapporto. La correttezza dei dati di bilancio riguarda la scelta del criterio di rilevazione e di riproduzione del valore del documento contabile; questa deve essere giudicata considerando gli elementi valutativi adottati, i quali devono essere conformi:
- alle prescrizioni legali;
- ai principi codificati della contabilità;
- ai criteri di ragionevolezza dettati dal buon senso comune.
Principi contabili OIC
I principi contabili nazionali interpretano ed integrano i principi dettati dal codice civile e rappresentano il migliore iter operativo per la redazione del bilancio d’esercizio in materia di contabilizzazione delle operazioni di gestione, applicazione dei criteri di valutazione ed esposizione dei valori nel bilancio. Per approfondire questo argomento puoi leggere questo articolo dedicato ai principi contabili nazionali.
Principi contabili IAS
I principi contabili internazionali IAS hanno la finalità di armonizzare le regole contabili dei paesi membri dell’Unione Europea in modo da rendere comparabili le informazioni contenute nei bilanci.
In Italia le società che adottano i principi IAS/IFRS nel processo di redazione del bilancio sono quelle quotate nei mercati regolamentati e definite nell’art. 2 del d.lgs. 38/05. Per approfondire questo argomento puoi leggere questo articolo dedicato ai principi contabili internazionali.
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in finanza e controllo di gestione.