PRINCIPIO DI COMPETENZA: COS’É E CHI LO DEVE AVERE
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Il principio di competenza è un concetto applicato in economia aziendale. Consiste nello scrivere in bilancio tutti i costi e i ricavi che hanno avuto un effetto nell’esercizio in questione, con o senza manifestazione finanziaria.
È obbligatorio per i bilanci della maggior parte delle imprese. Chi invece non ha questo obbligo vuol dire che segue il principio di cassa.
Indice
Principio di competenza: che cos’è
Se vuoi capire che cos’è il principio di competenza economica, ti faccio un semplice esempio.
A fine novembre hai fatturato la vendita a un cliente. Questo però ti pagherà solamente a fine gennaio, come da accordi. In altre parole, non vedi il becco di un quattrino fino all’anno dopo, eppure l’IVA e le tasse sulla fattura le devi comunque pagare. Questo perché hai emesso una fattura e questa, ovviamente, deve essere calcolata nel tuo bilancio di chiusura.
Tradotto: ciò che ha manifestazione economica nel corso dell’anno, deve essere scritto in bilancio. Non importa che ci sia movimento di denaro. Ciò vale per i ricavi, come per i costi.
Nel principio di competenza, la manifestazione economica è fondamentale. Esso però si riconosce in maniere differenti, a seconda del tipo di ricavo/costo:
- vendite e acquisti sono solitamente semplici: la loro manifestazione economica avviene con emissione/ricezione della fattura;
- i costi non finanziari invece sono più complessi, così come abbonamenti e/o affitti che si manifestano a cavallo tra più esercizi.
Per queste ragioni, il principio di competenza segue 3 corollari, ovvero regole.
Principio di competenza: tre corollari
I 3 corollari del principio di competenza economica sono tre regole, che aiutano a comprendere come applicare tale principio all’interno del bilancio. Inoltre essi indicano quelle scritture di assestamento e rettifica necessarie per la sua applicazione.
I° corollario
Non possono essere imputati al conto economico ricavi o costi per cui non siano stati conseguiti i relativi ricavi o sostenuti i relativi costi.
In breve, se non c’è stata manifestazione totale o parziale del ricavo/costo, esso non può finire in conto economico. Quando però ricavi/costi dell’anno successivo hanno un effetto, e quindi manifestazione, nell’esercizio in corso, allora parte di essi devono essere registrati. Come? Attraverso delle rettifiche:
II° corollario
Si rinviano costi già sostenuti o ricavi già conseguiti al risultato economico dell’esercizio successivo, in quanto sia attendibile che, nel futuro esercizio, debbano essere conseguiti o sostenuti i correlativi costi o ricavi.
III° corollario
È necessario imputare al conto economico i ricavi o i costi che durante il corso dell’esercizio non hanno avuto manifestazione finanziaria, nel caso essi abbiano già avuto sostenimento o conseguimento.
In altre parole, ricavi o costi che non sono ancora stati incassati/pagati, ma che hanno già avuto manifestazione economica nel corso dell’esercizio:
- accantonamenti;
- ratei.
Principio di competenza: dove si applica
La maggior parte dei bilanci previsti dal codice civile seguono il principio di competenza economica. Infatti, società di persone e società di capitali sono obbligati, per quanto abbiano bilanci differenti, a utilizzare il principio di competenza.
Liberi professionisti e ditte individuali che adottano la contabilità semplificata non sono obbligati. Per loro è possibile invece seguire il principio di cassa.
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Igor Zardoni
Cintura nera di excel e appassionato di scrittura. Parole e numeri sono le due facce della mia passione e della mia professione.