COSTI STANDARD: COSA SONO E A COSA SERVONO

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Il costo standard corrisponde al costo unitario che un’impresa stima di dover sostenere per realizzare un prodotto. La definizione può essere riferita anche ad un singolo elemento (es: costo standard della materia prima).

Il calcolo dei costi standard in azienda

Il calcolo del costo standard nasce dal bisogno di avere un valore di riferimento da utilizzare per:

  • la decisione di un preventivo di vendita;
  • la definizione del prezzo da inserire a listino:
  • più in generale, per la costruzione del budget.

Il costo standard è perciò un costo ipotetico, calcolato “a preventivo”. Nella pratica operativa, Il costo reale “a consuntivo” varia in funzione di vari fattori, tra cui le quantità prodotte, come mostrato nell’esempio di questo breve video.

Come si calcola il costo standard

La conoscenza del costo standard di un prodotto è fondamentale per stabilire un prezzo di vendita che assicuri un’adeguata marginalità. Per il calcolo, i passaggi da compiere sono:

  • individuare le componenti del prodotto;
  • definire le lavorazioni relative al prodotto;
  • attribuire un costo ad ogni elemento.

Nelle aziende organizzate, queste informazioni sono contenute nella distinta base, il prospetto che contiene l’elenco degli elementi necessari alla realizzazione di un prodotto (materie prime,componentisemilavorati, costi di trasformazione, eccetera). Il procedimento che porta alla predisposizione della distinta base parte dalla distinzione tra costi diretti e costi indiretti.

All’interno delle distinte base sono inseriti solamente i costi diretti, per tale ragione, quando si parla di costo standard è importante avere consapevolezza di quali tipologie di costi sono ricomprese all’interno di quel valore e quali sono escluse. Per capire meglio come classificare i costi in base a questa logica, consiglio la lettura dell’articolo dedicato alle configurazioni di costo.

Perché è un costo ipotetico – VIDEO

Abbiamo già messo in evidenza i limiti che derivano da una stima di costo fatta “a preventivo”. Oltre alle oscillazioni che possono subire le materie prime, bisogna considerare anche gli aspetti collegati alla produttività. Ad esempio, gli ammortamenti dei macchinari oppure il costo del personale di produzione, che sono spesso inseriti nelle distinte base sotto forma di costo orario.

Il costo orario standard, per questa tipologia di costi, è fortemente influenzato dalle quantità prodotte come dimostra l’esempio dei divani raccontato nel seguente video.

Differenza tra costo standard e costi effettivi

La differenza fondamentale tra costi effettivi e costi standard sta nel fatto che i primi sono quelli concretamente sostenuti dall’impresa e possono essere calcolati al termine del lavoro, mentre i secondi sono dei valori stimati “ex ante” e sono utilizzati come parametri di rifermento.

Ad esempio, il costo effettivo di conserve alimentari può variare da un lotto ad un altro per effetto del differente prezzo delle verdure (materie prime) utilizzate per la produzione nei diversi periodi dell’anno. Tuttavia, è necessario definire un costo standard di produzione per poter stabilire un prezzo di vendita.

La verifica periodica degli scostamenti tra queste due tipologie di dati è una delle fasi fondamentali dell’attività di controllo di gestione.

Parametro di valutazione delle rimanenze

Per una completa comprensione del significato dei costi standard, vale la pena citare l’organismo italiano di contabilità, ovvero quanto riportato all’interno della pubblicazione OIC 13:

Metodo dei costi standard

I costi standard sono costi determinati in anticipo rispetto alla produzione tramite l’uso di specifiche tecniche, elenchi materiali, ore normali di lavoro, in condizioni normali o predeterminate di utilizzo della capacità produttiva degli impianti.

I costi standard possono essere usati nella valutazione del magazzino solo se rappresentativi dei costi effettivamente sostenuti.

I costi standard sono aggiornati periodicamente per riflettere cambiamenti sia nei prezzi che nelle condizioni di costo, quali ad esempio i mutamenti dei processi e dell’efficienza.

Non sono invece rettificati per riflettere l’inefficienza inclusa tra i costi consuntivi. Gli scostamenti tra costi standard e costi effettivi che si originano da inefficienza di produzione, costi anomali, scioperi, impianti inattivi ecc. costituisco elementi negativi del reddito dell’esercizio in cui si verificano e non quindi sono considerati nella valutazione del magazzino.

Riepilogando

Pur con le approssimazioni che caratterizzano ogni stima di costo effettuata “a preventivo”, il calcolo del costo standard è fondamentale per:

  • definire i prezzi di vendita: la conoscenza dei costi di prodotti è una informazione indispensabile per effettuare politiche di prezzo accurate e consapevoli;
  • controllo dei risultati: i costi standard costituiscono una solida base per il controllo della performance in quanto, permettono l’analisi degli scostamenti tra i risultati effettivi conseguiti dalle unità organizzative ed i valori stimati in sede di budget;
  • valutazione delle rimanenze: in un sistema a costi standard le unità di prodotto fisicamente identiche sono contabilizzate tra le rimanenze allo stesso valore unitario. Invece, in un sistema a costi effettivi, potrebbero essere rilevati costi differenti per prodotti identici.

Bibliografia

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Giuseppe Brusadelli

Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in finanza e controllo di gestione.

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