INDICI DI ROTAZIONE: COME SI CALCOLANO E SI INTERPRETANO

Tempo di lettura: 3 minuti

Autore: Luigi Brusa

Nelle analisi di bilancio gli indici chiamati “di rotazione” vengono riferiti al capitale investito e intesi come sintomo di velocità di rinnovo, cioè di ritorno in forma liquida del capitale stesso.

Il rinnovo o trasformazione in liquidità del capitale investito è reso possibile dai ricavi di vendita. La formula generale dell’indice è:

Formula per il calcolo della rotazione del capitale investito

Questo modo di spiegare l’indice, apparentemente naturale, è alquanto sbrigativo. Ad esempio, la liquidità dei ricavi, finchè non verranno effettivamente incassati, è solo potenziale. L’indice riveste comunque una notevole utilità nel monitoraggio dello stato di salute aziendale.

Un modo diverso di interpretare l’indice è quello che fa riferimento al suo significato di efficienza, ovvero l’attitudine a ottimizzare la relazione tra quantità di risorse impiegate (input) e i risultati produttivi/commerciali ottenuti (output). In altre parole, aumenta quando, a parità di risorse, produco/vendo di più.

Quando le risorse sono rappresentate dal capitale investito, sia attivo fisso che attivo corrente, un modo per misurarne l’efficienza è metterlo a confronto con i ricavi di vendita.

Quindi, se riesco a impiegare mezzi finanziari minori per crediti commerciali, scorte di magazzino, ecc., a parità di fatturato rispetto all’anno precedente, vuol dire che gestisco il capitale investito in modo più efficiente.

Precisato che solitamente il capitale investito di cui si discute è quello impiegato nella gestione operativa è quasi naturale che, per spiegarne il livello e l’andamento, si effettuino ulteriori analisi che principalmente hanno per oggetto il capitale circolante netto della gestione operativa (CCNGO), cioè la somma algebrica di:

  • crediti verso clienti;
  • scorte di magazzino;
  • debiti verso fornitori (con segno opposto rispetto ai due precedenti).

Si calcolano quindi, oltre all’indice di rotazione del CCNGO, gli indici particolari dei tre elementi che lo compongono. A questo punto, però, nascono alcune complicazioni, che suggeriscono un approccio mirato per ogni voce.

Rotazione dei crediti commerciali

Formula per il calcolo della rotazione dei crediti commerciali

Un modo di intendere l’indice di rotazione dei crediti commerciali è come capacità di impiegare in crediti verso clienti un capitale limitato a supporto del processo di vendita, cioè di vendere il più possibile a condizioni d’incasso favorevoli e di gestire efficacemente l’incasso dei crediti stessi.

Un altro modo di esprimere il concetto, più mirato alla liquidità, lo definisce velocità di incasso dei ricavi di vendita.

Se vuoi approfondire questo tema ti invito a leggere l’articolo dedicato alla rotazione dei crediti commerciali.

Rotazione del magazzino

Ricordato che le scorte possono essere di prodotti finiti, prodotti in corso di lavorazione e materie prime, l’analisi più corretta è quella che si basa sul confronto tra due grandezze omogenee, cioè:

  • per i prodotti finiti e i prodotti in corso di lavorazione, il valore (costo) delle scorte e il costo della quantità di produzione;
  • per le materie prime, il valore delle scorte e il costo degli acquisti effettuati nel periodo considerato.

Quindi, per i prodotti finiti:

Formula per il calcolo della rotazione del magazzino dei prodotti finiti

a cui si può attribuire il significato di velocità di smaltimento delle scorte via via prodotte (ovviamente attraverso la loro uscita dai magazzini per effetto delle vendite).

Per le materie prime:

Formula per il calcolo della rotazione del magazzino delle materie primae

a cui si può attribuire il significato di velocità di impiego nei processi produttivi delle materie acquistate.

Se vuoi approfondire questo tema ti invito a leggere l’articolo dedicato alla rotazione del magazzino.

Rotazione dei debiti commerciali

Formula per il calcolo della rotazione dei debiti commerciali

Qui ci si riferisce ai debiti verso fornitori ordinari, cioè per acquisti di fattori produttivi ad utilità semplice (non agli acquisti di fattori a utilità ripetuta, come le immobilizzazioni).

L’indice di rotazione dei debiti commerciali va inteso come velocità di pagamento dei costi di acquisto. Ovviamente la riduzione della velocità di pagamento, almeno a certe condizioni, va intesa come segnale di miglioramento della situazione finanziaria dell’azienda.

Se vuoi approfondire questo tema ti invito a leggere l’articolo dedicato alla rotazione dei debiti commerciali.

Un approccio alternativo

Va notato, a questo punto, che gli stessi elementi del CCNGO sono a volte assoggettati ad un approccio diverso. Questo avviene in particolare quando ciascuno di essi viene confrontato con la grandezza ricavi divendita.

In tal caso il modo più corretto di intendere i singoli indici è di sintomo parziale di efficienza del capitale investito. In altre parole, quanto capitale tengo investito in crediti (al netto dei debiti) e scorte a supporto di un determinato volume d’affari.

Nel mondo reale queste cose servono?

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Autore Luigi Brusa

Luigi Brusa

Autore di numerosi testi sui sistemi di controllo e professore emerito presso Università degli Studi di Torino.

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