RISCONTO ATTIVO: ESEMPI E SCRITTURE CONTABILI
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L’esempio più semplice è l’affitto, quando il suo contratto ha una durata a cavallo tra due anni. Per facilitarne la comprensione, i risconti attivi possono essere rappresentati graficamente con la linea del tempo:
Indice dei contenuti:
I risconti in 2 minuti – VIDEO
Qual è la sua funzione
I risconti attivi sono delle cosiddette “operazioni di rettifica”. Il loro utilizzo avviene infatti a chiusura del bilancio, in quanto facente parte delle scritture di assestamento. Vengono registrati nell’attivo di stato patrimoniale, in particolare alla voce D del bilancio civilistico.
Come dice il termine, il loro ruolo è quello di rettificare il valore di alcuni costi, rimandandone una parte all’anno successivo. Questo perché la redazione del bilancio deve rispettare il principio di competenza.
In sostanza, la competenza comporta che i costi e i ricavi vengano contabilizzati in base a quando maturano e non in base al momento della loro manifestazione finanziaria (pagamento/incasso).
Per fare un esempio, ipotizziamo di sottoscrivere e pagare un contratto di affitto a inizio novembre, con durata semestrale. Sebbene sia stato pagato subito e sia stato registrato come costo, esso riguarda l’utilizzo di uno spazio, di cui godremo anche l’anno prossimo. Per questa ragione il suo costo non è totalmente di competenza di quest’anno, ma anche di alcuni mesi dell’anno successivo.
Per ricapitolare, i risconti attivi:
- sono scritture di assestamento che rettificano (abbassano) il valore di costi che hanno effetto su più annualità;
- servono per rispettare il principio di competenza;
- spostano una quota dei costi sull’anno successivo;
- in bilancio si collocano all’attivo di stato patrimoniale.
Come calcolare i risconti attivi
Ecco un esempio di come si calcolano i risconti attivi.
Riprendendo l’esempio precedente, mettiamo di firmare il contratto d’affitto al 1° di novembre e bonificare in anticipo la rata semestrale. Il valore della rata è di 6.000 €.
Utilizzando la linea del tempo visualizziamo:
- la quota di competenza di quest’anno;
- la competenza dell’anno prossimo.
In questo modo è più semplice visualizzare:
- la durata totale in giorni del contratto (180);
- la quota in giorni di competenza dell’anno prossimo (120).
Con questi dati applichiamo la seguente formula:
Il calcolo è dunque il seguente:
In questo caso, si registrerà un risconto attivo di 4.000 €. Questo è infatti il valore del fitto di competenza dell’anno futuro.
Esempio di scritture contabili
Una volta compreso come si calcolano i risconti attivi, dobbiamo registrarli a livello contabile. Per comprendere meglio il loro utilizzo, vediamo tutte le scritture in partita doppia, dalla prima registrazione del costo, sino alla riapertura del bilancio.
1. Rilevazione del costo (1° novembre): rileviamo il sorgere del debito in seguito alla stipulazione del contratto di affitto. Nei mastrini rileveremo:
- costo ‘affitti passivi’ in conto economico;
- ‘debiti verso fornitori’ in stato patrimoniale.
2. Rettifica del costo (31 dicembre): essendo parzialmente di competenza dell’anno prossimo, il costo in conto economico deve essere rettificato. In questo modo rileveremo:
-
- quota di competenza dell’esercizio successivo della attività ‘risconti attivi’ in stato patrimoniale;
- rettifica del costo ‘affitti passivi’ in conto economico.
3. Chiusura bilancio (31 dicembre): al termine dell’anno, tutti i mastrini devono essere chiusi. L’operazione di chiusura si effettua al fine di:
- chiudere tutti i mastrini (dare e avere con lo stesso valore);
- stilare il mastrino dello stato patrimoniale e verificarne l’equilibrio (totale dare = totale avere);
- stilare il mastrino del conto economico e calcolare il risultato d’esercizio.
Essendo il risconto attivo un’attività, si chiude con il mastrino dello stato patrimoniale.
Il conto degli affitti passivi, essendo un costo, si chiude con il mastrino del conto economico.
4. Apertura bilancio a nuovo (1° gennaio): riaprire l’anno significa ricreare i mastrini di stato patrimoniale chiusi al 31 dicembre. Ciò significa effettuare l’operazione contraria a quella effettuata in chiusura.
Si andrà così a ricreare il conto dei ‘risconti attivi’, riaprendolo dallo stato patrimoniale.
5. Riapertura del costo (1° gennaio): il conto economico invece ogni anno ricomincia totalmente da zero. Unica eccezione riguarda le operazioni di rettifica dell’anno precedente. In altre parole, i risconti attivi vengono chiusi per ricreare il mastrino del costo, la quale conterrà solamente il valore di competenza del nuovo anno.
Risconti attivi pluriennali
I risconti attivi pluriennali funzionano come quanto visto nei paragrafi precedenti, con un’unica differenza: il loro procedimento viene ripetuto per più annualità.
Riguardano costi la cui competenza si suddivide in più di due annualità. L’esempio più ricorrente è il maxi-canone di leasing. Questo costo è sostenuto all’inizio di un contratto di leasing, ma la competenza permane per tutta la durata del contratto.
Facciamo un esempio. Ipotizziamo di sottoscrivere un contratto di leasing per 5 anni, il cui valore di maxi-canone iniziale sia di 50.000 €. Avremo delle scritture contabili di rettifica del costo differenti ogni anno, per maggior chiarezza le elenco qui sotto:
1. Rettifica del costo (31 dicembre anno X): in fase di rilevazione del bilancio la quota del maxi-canone di competenza di anni futuri deve essere rilevata come ‘risconto attivi’. In questo modo rileveremo:
- attività ‘risconti attivi’ in stato patrimoniale;
- rettifica del costo ‘canoni leasing’ in conto economico.
All’apertura avverrà quanto già visto in precedenza. L’unica differenza è che il procedimento dovrà essere ripetuto al termine di ogni anno, sino alla fine del contratto.
2. Rettifica del costo (31 dicembre anno X+1)
3. Rettifica del costo (31 dicembre anno X+2)
4. Rettifica del costo (31 dicembre anno X+3)
Il quinto anno, ovvero l’anno X+4, il risconto non verrà più registrato, in quanto il contratto si esaurisce. Dopodiché nell’anno X+4 il maxi-canone verrà esaurito completamente, perciò non sarà più necessario riscontare alcun valore.
In questo modo, grazie ai risconti attivi pluriennali, il maxi-canone è stato registrato correttamente in ogni bilancio, con una quota rettificata ogni anno.
Per la precisione …
Il calcolo dei risconti pluriennali per il maxi-canone comincia dalla data di inizio contratto di leasing. L’esempio sopra mostra il calcolo di un ipotetico contratto di leasing aperto il 1° gennaio. Nella realtà è necessario fare il conteggio dei mesi di competenza anche del maxi-canone.
Per ricapitolare, le caratteristiche principali dei risconti attivi pluriennali:
- vengono calcolati in più annualità;
- si calcolano in base al numero di anni che sono già stati stornati e a quelli che ancora mancano;
- il loro valore deve essere calcolato alla chiusura di ogni esercizio.
Le scritture contabili in questo caso sono le stesse viste in precedenza, salvo la rettifica del costo che invece richiede di calcolare correttamente l’entità dello storno di anno in anno.
Riepilogando
- Sono operazioni di rettifica, necessarie a rispettare il principio di competenza.
- Servono a stornare dai costi la quota di competenza degli anni successivi.
- Al termine dell’anno sono collocati nell’attivo di stato patrimoniale.
- Possono essere pluriennali, ovvero vanno a rettificare costi la cui competenza si spalma anche su più di due annualità.
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in controllo di gestione.