RICLASSIFICAZIONE STATO PATRIMONIALE: COME SI FA?

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Lo stato patrimoniale riclassificato ha lo scopo di rendere più agevole l’interpretazione e l’analisi di bilancio.

Gli schemi più diffusi per farlo sono due:

  • il criterio funzionale, che riclassifica suddividendo i conti in base all’area gestionale di appartenenza;
  • il criterio finanziario, che riordina le voci contabili in base al loro grado di liquidità o esigibilità. In questo articolo approfondiremo la preparazione e l’utilizzo proprio di quest’ultimo.
Lo stato patrimoniale riclassificato con il criterio finanziario

A cosa serve lo stato patrimoniale riclassificato

In generale, lo scopo delle riclassificazioni di bilancio è facilitare la lettura e l’analisi dei dati. Nel caso specifico l’oggetto dell’analisi è l’equilibrio finanziario dell’azienda, ovvero la corretta proporzione tra l’esigibilità (scadenze) delle risorse finanziarie utilizzate e la liquidabilità dei beni impiegati per svolgere l’attività aziendale.

Un esempio è il margine di tesoreria. Questo indicatore è tra quelli maggiormente considerati dagli istituti nelle istruttorie per l’erogazione di finanziamenti alle imprese.

Misura la differenza tra le attività liquidabili nel breve periodo e gli impegni (debiti) che scadranno nel medesimo arco di tempo.

Tabella che rappresenta il margine di tesoreria positivo

Il valore del margine di tesoreria deve essere sempre positivo altrimenti l’azienda rischia di avere una crisi di liquidità.

Possiamo fare altri esempi con gli indici che il fondo di garanzia utilizza per misurare l’affidabilità delle imprese:

Lo stato patrimoniale riclassificato per calcolare gli indici del fondo di garanzia

Indicatori analoghi sono adottati anche dai recenti sistemi di allerta della crisi d’impresa:

Lo stato patrimoniale riclassificato per calcolare gli indici di allerta della crisi di impresa

Per sapere come interpretare questi indici puoi scaricare il file excel che trovi più sotto. All’interno troverai anche la composizione precisa di ogni classe.

Autori diversi, schemi diversi

Per scrivere questo articolo ho consultato e studiato parecchi testi prima di trovare lo schema (immagine in alto) che rappresentasse al meglio uno stato patrimoniale riclassificato con il criterio finanziario. Per completezza aggiungo anche una veloce panoramica degli schemi alternativi.

Attività correnti e non correnti

Lo stato patrimoniale riclassificato con attivo corrente e non corrente

Attività non correnti = attivo fisso

Attività correnti = rimanenze + crediti BT + liquidità

Passività non correnti = debiti a ML termine

Passività correnti = debiti a BT termine

Si intuisce facilmente che la concezione è la stessa, però è schematizzata con una sintesi estrema e una terminologia che rendono la riclassificazione meno intuitiva.

Incolonnamento rovesciato

Lo stato patrimoniale riclassificato con l'incolonnamento rovesciato

Anche in questo caso è facile individuare le analogie con gli altri schemi: cambiano le definizioni ma la sostanza rimane invariata. 

Oltre alla terminologia differente, in questa configurazione le voci sono collocate in ordine invertito rispetto allo stato patrimoniale civilistico, in cui le immobilizzazioni e il patrimonio netto si trovano nella parte alta del prospetto.

Molti autori propongono questa inversione che però diventa una complicazione inutile. Infatti, per gli addetti all’amministrazione e gli imprenditori, è certamente più agevole la lettura di uno schema che rispecchia l’ordine classico del bilancio civilistico a cui tutti sono già abituati.

Esempio di riclassificazione con Excel

La prima cosa da definire quando si procede con una riclassificazione è la base di dati da analizzare, infatti le procedure cambiano radicalmente a seconda che si tratti di un bilancio contabile oppure civilistico. La distinzione è collegata alle loro diverse caratteristiche:

  • il bilancio contabile ha il pregio di contenere tutti le voci contabili dettagliate; per contro, necessita di una riclassificazione specifica poiché ogni impresa ha un suo esclusivo piano dei conti;
  • il bilancio civilistico ha il limite di rappresentare una sintesi dei conti aziendali, però ha il pregio di presentarsi in un formato standard; nel caso dello stato patrimoniale lo schema è definito dall’art. 2424 del codice civile.

Le valutazioni di rating effettuate dagli istituti di credito utilizzano i bilanci civilistici. Lo stesso vale per il fondo di garanzia. È una scelta di tipo pratico e organizzativo che velocizza le operazioni di analisi, anche se queste ultime, risultano inevitabilmente più sintetiche e talvolta superficiali.

Per semplicità consiglio di effettuare i primi esercizi di riclassificazione con i dati del bilancio civilistico, per i quali è possibile utilizzare dei modelli di elaborazione predefiniti.

Cliccando qui puoi scaricare un file excel di esempio, facile da utilizzare. Devi solo inserire i valori di bilancio nel foglio “inserimento dati”, e nei fogli successivi appare in automatico lo stato patrimoniale riclassificato con il criterio finanziario, con il calcolo degli indici patrimoniali utilizzati dal fondo di garanzia e i recenti indici di allerta della crisi.

File Excel come strumento utile

Lo stato patrimoniale spiegato in 2 minuti – VIDEO

Quando riclassificare lo stato patrimoniale

Come detto all’inizio, lo stato patrimoniale offre una fotografia della situazione aziendale in un determinato momento. Nel corso dell’anno però, non è facile avere questa istantanea poiché bisogna simulare le scritture di assestamento (calcolo ammortamenti, valutazione rimanenze, ratei, risconti, eccetera), operazioni che richiedono tempo. Per tale ragione occorre interrogarsi sulle tempistiche più adatte a questo tipo di analisi.

Per le imprese che non hanno l’abitudine di fare un’analisi approfondita del proprio bilancio, cominciare con una analisi annuale è già un buon traguardo. Il momento giusto è in corrispondenza della chiusura fiscale, ovvero con i dati aggiornati al 31 dicembre.

Lavorando con i dati del bilancio civilistico, che sono standardizzati, l’operazione di riclassificazione si traduce in un semplice inserimento dei dati in un software di analisi come il file excel scaricabile qui sopra, che in automatico provvede alla riclassificazione.

All’inizio è consigliabile farsi seguire da una persona esperta che aiuti l’impresa ad interpretare i dati e pianificare le azioni correttive. Col passare del tempo si acquisisce esperienza, si diventa più autonomi, e a quel punto si può decidere di effettuare l’analisi dello stato patrimoniale con maggiore frequenza.

Bibliografia

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Giuseppe Brusadelli

Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in finanza e controllo di gestione.

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