LEVERAGE

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Autore: Luigi Brusa

È un indice di struttura delle fonti di finanziamento, che mette a confronto il totale delle fonti di finanziamento accolte nello stato patrimoniale con il capitale proprio. Si tratta del reciproco dell’indice di indipendenza finanziaria.

Come si calcola

La formula per il calcolo è la seguente:

Formula per calcolare il leverage
Definizione delle grandezze utilizzate per il calcolo del leverage

Al numeratore si trova il totale della somma del capitale proprio (al netto degli eventuali crediti verso soci, cioè l’importo dei crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, vale a dire somme sottoscritte ma non ancora versate all’atto del conferimento del capitale sociale) e dei debiti verso terzi, che insieme compongono il passivo dello stato patrimoniale.

Al denominatore compare il capitale proprio (al netto dei crediti verso soci). Tale valore si trova nel passivo dello stato patrimoniale.

Come si interpreta

Si tratta di uno dei vari modi di esprimere la struttura finanziaria delle fonti a cui l’azienda ricorre.

Essendo in stato patrimoniale le fonti distinguibili in capitale proprio e capitale di credito, il rapporto tra il totale delle fonti e capitale proprio (così come il suo reciproco o altri indici che confrontano tra di loro capitale proprio e capitale di debito) segnala il grado più o meno spinto di capitalizzazione (o, sotto un altro profilo, di indebitamento), con tutto ciò che ne deriva in termini di solidità patrimoniale dell’azienda.

In questo caso viene chiamato leverage, perché si fa riferimento all’effetto di leva (finanziaria) esercitato dall’indebitamento nei confronti della redditività del capitale proprio (misurata dall’indice ROE) quando la redditività del capitale investito (ROI) è maggiore del costo del capitale di debito (anche se nella formula che esprime l’effetto leva si usa il rapporto capitale di debito / capitale proprio).

Tabella che spiega l'effetto controintuitivo che ha per l'impresa il valore dell'indice

Idealmente il livello standard di questo indice dovrebbe essere intorno a 2, ma nel contesto italiano si ritiene accettabile un livello superiore, fino a 4 circa.

Nel mondo reale queste cose servono?

La vita di un’azienda è fatta di tante situazioni più importanti degli indici di bilancio. Tuttavia, nelle competizioni si vince anche con la cura nei dettagli. In ogni disciplina, le prestazioni migliori non arrivano per caso.

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Autore Luigi Brusa

Luigi Brusa

Autore di numerosi testi sui sistemi di controllo e professore emerito presso Università degli Studi di Torino.

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