INDIPENDENZA FINANZIARIA: COS’È E COME SI CALCOLA
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È un indice di struttura finanziaria delle fonti di finanziamento, cioè della loro composizione: capitale proprio e capitale di debito. Misura il contributo % del capitale proprio sul totale delle fonti.
Viene comunemente inteso come principale indice di solidità patrimoniale.
Indice dei contenuti:
Come si calcola
La formula di calcolo dell’indice di indipendenza finanziaria è la seguente:
Sinonimi
Quando si parla di indici di bilancio, accade spesso di incontrare denominazioni diverse che definiscono la medesima grandezza. Lo stesso vale per i valori che compongono il numeratore e il denominatore.
ALTRA DEFINIZIONE DELL’INDICE:
indice di autonomia finanziaria
SINONIMI NUMERATORE / DENOMINATORE:
- Capitale proprio = capitale netto = patrimonio netto = mezzi propri
- Totale passivo = totale fonti
Come si interpreta
L’indice segnala il grado di indipendenza finanziaria dell’azienda da terzi, siano essi banche o altri soggetti e, la sua solidità patrimoniale, che permette giudizi proiettati in un futuro più esteso di quello della liquidità di breve periodo. Si tratta infatti di un indice di solvibilità nel lungo periodo.
Il grado di indipendenza finanziaria è un indice di solidità patrimoniale perché più la struttura finanziaria poggia su mezzi propri, rispetto ai mezzi di terzi, meno l’azienda dipende da obblighi contrattuali, aspettative, umori e percezioni di soggetti terzi.
Detto in altro modo, in caso di una contrazione significativa dei ricavi futuri, tra due aziende simili in tutto ma con diversa struttura finanziaria, quella molto indebitata avrebbe difficoltà maggiori a rimborsare i propri debiti attraverso i flussi di cassa provenienti dalle vendite, al netto delle uscite corrispondenti ai costi operativi.
Sotto un altro punto di vista, a fronte di un basso livello di capitalizzazione, i creditori nutrirebbero seri timori in merito al cuscinetto di garanzia che il capitale proprio rappresenta nei loro confronti in caso di perdite d’esercizio ingenti. Queste eroderebbero ben presto il capitale proprio e finirebbero per scaricarsi su di loro.
La solidità patrimoniale a volte viene espressa con altri indici, del tutto equivalenti sul piano logico, anche se è diversa la formula.
In particolare, si parla di indici di leva (o leverage), sottintesa come leva finanziaria, con cui l’accento viene posto sui debiti piuttosto che sul capitale proprio. Si tratta solo di una diversa combinazione (a numeratore e denominatore) di capitale proprio, debiti (e totale fonti).
L’indice ha come parametro logico di riferimento il livello del 50% , cioè finanziamenti equidistribuiti tra capitale proprio e capitale di debito, per evitare dipendenza eccessiva da terzi ma, nello stesso tempo, non rinunciare alle opportunità offerte dall’indebitamento, ad esempio in termini di flessibilità.
Tuttavia, nell’ambiente italiano, caratterizzato da diffusa sotto-capitalizzazione, si considera tollerabile una soglia di almeno il 25%, e a volte anche meno.
Nel mondo reale queste cose servono?
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Luigi Brusa
Autore di numerosi testi sui sistemi di controllo e professore emerito presso Università degli Studi di Torino.