ROA: SIGNIFICATO E FORMULA DEL RETURN ON ASSETS
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ROA è un indice di bilancio che misura la redditività di un’impresa in relazione alle risorse utilizzate per svolgere la propria attività economica.
È l’acronimo di return on asset e si ottiene dal rapporto tra utile netto e il totale attivo di stato patrimoniale.
Indice dei contenuti:
ROA spiegato in 2 minuti – VIDEO
Formula per il calcolo dell’indice ROA
Il valore ottenuto indica la redditività che l’impresa è in grado di generare per ogni 100 € di asset (attivo di bilancio) impiegato. Il risultato espresso in percentuale rende più facile i confronti tra due imprese, oppure tra diverse annualità della medesima impresa.
È opportuno ricordare che la redditività è una dimensione di analisi influenzata anche da fattori esterni all’impresa, ovvero le situazioni di mercato che possono essere più o meno favorevoli.
Il ROA è un indice di bilancio utilizzato per fare confronti:
- nel tempo, con i valori registrati in annualità differenti dalla stessa impresa;
- nello spazio, con i risultati realizzati da altre imprese appartenenti allo stesso settore. Quest’attività di confronto, chiamata benchmarking, consente di analizzare quanto la redditività dipende da fattori interni (gestione efficiente) e quanto da fattori esterni (condizioni di mercato).
Possibili varianti alla formula ROA
In generale, quando si parla di indici di bilancio, accade spesso che sui libri di testo si trovino formule di calcolo differenti da quella base, ciò è dovuto a specifiche scelte dei vari autori.
Formula con attivo medio
in cui il totale attivo medio è:
Questa modalità di calcolo sarebbe tecnicamente più corretta. Però va anche detto che questo metodo raramente cambia l’esito delle analisi. Perciò, la complicazione di dover cercare un dato del bilancio precedente, rischia di rivelarsi inutile.
Altre varianti alla formula base
Alcuni testi riportano formule che escludono dal calcolo dall’utile netto una o più di queste gestioni:
- gestione accessoria;
- gestione finanziaria;
- gestione straordinaria.
Quelle che si trovano con maggiore frequenza sono:
oppure:
Nella maggior parte dei casi queste varianti non aggiungono un sostanziale valore informativo all’indice ROA, il rischio è dunque di articolare inutilmente i calcoli e spendere tempo in riclassificazioni di dubbia utilità.
Inoltre, bisogna considerare che i bilanci delle PMI non hanno l’obbligo di evidenziare le voci relative alle gestioni straordinarie ed extra caratteristica, dunque in quei casi non è neppure possibile applicare certe formule.
La formula base presentata all’inizio è quella più diffusa. È comunque ammissibile l’uso di formule alternative purchè, in fase di analisi, si mantenga una logica identica per tutti gli indici considerati.
Come si interpreta il ROA
Senza dubbio possiamo affermare che più l’indice ROA è alto e meglio è. Per essere soddisfacente, il valore ottenuto deve essere almeno superiore al tasso di interesse pagato sul capitale di debito, ovvero:
- % ROA > % interesse banche: la gestione sta generando valore;
- % ROA < % interesse banche: la gestione sta distruggendo valore.
Come accade per molti indici di bilancio, i risultati ottenuti esprimono grandezze che consentono confronti anche tra aziende che hanno dimensioni diverse tra loro. È invece opportuno fare distinzioni rispetto ai settori in cui le imprese operano perché, in quel caso, le analisi rischiano di essere poco significative. Per capire meglio ti invito a guardare l’esempio raccontato nel video.
ROA e ROE: esempio di analisi
Il return on asset è un indice di redditività che nelle analisi si utilizza spesso in forma combinata con il ROE:
- il ROE misura il rendimento ottenuto dai soci;
- il ROA misura il rendimento delle risorse aziendali.
Si tratta di grandezze che non sempre viaggiano in parallelo come mostrato in questo esempio.
In questa ipotesi l’indice ROA delle due imprese è identico. Invece il ROE della ditta Beta S.r.l. è maggiore per effetto di una leva finanziaria più alta.
In alcuni casi l’effetto della leva finanziaria è tale da rendere contrastanti i valori dei due indici come in questa seconda ipotesi in cui Alfa S.r.l. ha un utile netto di 120.000 €.
In quest’ultimo caso l’analisi della redditività effettuata con gli indici ROA e ROE dice che:
- Alfa S.r.l. ha un ROA maggiore;
- Beta S.r.l. ha un ROE maggiore.
Volendo fare una veloce interpretazione possiamo dire che Alfa S.r.l. è più efficiente a sfruttare le sue risorse, mentre Beta S.r.l. lo è meno, ma, utilizzando la leva finanziaria, Beta S.r.l. è in grado di restituire ai soci un rendimento maggiore.
Siccome in finanza non esistono “pasti gratis”, il maggiore rendimento è accompagnato da un maggiore rischiosità della struttura finanziaria adottata dalla ditta Beta S.r.l.
Limiti del ROA
Come ogni indice di bilancio, usato singolarmente, è poco rappresentativo.
Inoltre, il valore che si trova al denominatore, ovvero il totale attivo, nei bilanci delle PMI rappresenta il valore di libro (book value), ovvero un valore indicativo che quasi mai tiene conto di voci come l’avviamento o, più in generale, del valore reale delle immobilizzazioni.
Diverso è il caso delle società quotate in cui tali grandezze sono invece misurabili tramite il valore di capitalizzazione in borsa.
Tutto interessante, ma … in pratica come si fa?
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in controllo di gestione.