TURNOVER DEL VALORE DELLA PRODUZIONE
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È un indice che mette a confronto il cosiddetto valore della produzione con il totale dell’attivo di bilancio. Più precisamente va inteso come rotazione del capitale investito nell’azienda.
È un indice che esprime il numero di volte che il capitale investito, dato dall’attivo di bilancio, si rinnova per effetto del processo di produzione nell’arco di un periodo amministrativo, vale a dire un anno. Solitamente al suo posto viene calcolato un indice di turnover che confronta il capitale investito con i ricavi di vendita.
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Come si calcola
Il calcolo dell’indice, nella sua presente accezione, si basa sulla seguente formula:
Il numeratore è dato dal valore della produzione, che è accolto nel conto economico ed è dato dai ricavi di vendita +/- la differenza tra il valore delle rimanenze di magazzino finali e quelle iniziali + gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni + altri ricavi.
Al denominatore si trova il totale dell’attivo dello stato patrimoniale. Ad esso, in questa versione dell’indice, viene sottratto l’importo dei crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, cioè somme sottoscritte, ma non ancora versate all’atto del conferimento del capitale sociale.
Come si interpreta
Al rapporto si attribuisce correntemente il significato di velocità di rinnovo degli investimenti totali, siano essi in immobilizzazioni che in capitale circolante, ed è espresso in numero di volte in un anno.
Tale rinnovo, secondo la presente formulazione, avviene con il processo di produzione, che è il presupposto per trasformare il capitale investito in liquidità. Si tratta quindi di un sintomo di liquidità, cioè di attitudine più o meno elevata a trasformare velocemente gli investimenti totali in mezzi liquidi.
È interpretabile anche come sintomo di efficienza del capitale investito. In altre parole, quanto capitale tengo investito in capitale fisso e circolante a supporto di un determinato volume di produzione.
Al riguardo, l’efficienza, in senso economico-aziendale, è l’attitudine a ottimizzare la relazione tra quantità di risorse impiegate (input) e i risultati produttivi/commerciali ottenuti (output).
Quindi, se ad esempio riesco a tenere investite meno risorse finanziarie in immobilizzazioni e circolante, a parità di produzione rispetto all’anno precedente, vuol dire che gestisco il capitale investito in modo più efficiente.
Nel mondo reale queste cose servono?
La vita di un’azienda è fatta di tante situazioni più importanti degli indici di bilancio. Tuttavia, nelle competizioni si vince anche con la cura nei dettagli. In ogni disciplina, le prestazioni migliori non arrivano per caso.
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Luigi Brusa
Autore di numerosi testi sui sistemi di controllo e professore emerito presso Università degli Studi di Torino.