ALTRE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI: QUALI SONO E QUANDO SI CAPITALIZZANO
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Nella voce di bilancio “Altre immobilizzazioni immateriali”, presente nelle attività di stato patrimoniale, sono contenuti tutti quei beni intangibili che non rientrano in nessun’altra delle categorie specifiche contenute nelle immobilizzazioni immateriali.
Si tratta di costi che rispettano i canoni fondamentali per poter essere considerati capitalizzabili in stato patrimoniale, ma che hanno alcune specificità che non permettono di ricomprenderle in quelle codificate.
Ad esempio, sono ricomprese tra le “altre immobilizzazioni immateriali” le seguenti tipologie:
- diritto di usufrutto su azioni;
- costi di software;
- costi per migliorie e spese incrementative su beni di terzi;
- costi per il trasferimento e per il riposizionamento dei cespiti.
Indice dei contenuti:
Collocazione nel bilancio civilistico
Le “altre immobilizzazioni immateriali” sono collocate nell’attivo di stato patrimoniale del bilancio civilistico, sotto la voce immobilizzazioni immateriali, sezione B.I 7) come indicato dall’art. 2424 che recita:
Lo stato patrimoniale deve essere redatto in conformità al seguente schema. Attivo:
Principio contabile OIC 24
Attraverso i principi contabili, la fondazione OIC interpreta le normative e indica le regole tecnico-contabili da applicare alla redazione dei bilanci.
Le altre immobilizzazioni sono definite all’interno della pubblicazione OIC 24, dedicata alle immobilizzazioni immateriali. I corsivi presenti all’interno di questo articolo sono citazioni riportate da tale pubblicazione.
Diritto di usufrutto su azioni
Il diritto di usufrutto su azioni è iscritto tra le immobilizzazioni immateriali quando il cessionario del diritto di usufrutto su azioni rileva inizialmente il costo sostenuto per il diritto di godimento dei titoli comprensivo dei costi accessori.
Costi di software
I costi di software vengono iscritti nelle altre immobilizzazioni immateriali, quando i costi sostenuti per la produzione interna del software applicativo “non tutelato” hanno dato luogo a programmi utilizzabili per un certo numero di anni all’interno della società che presentano le caratteristiche precisate successivamente. La capitalizzazione dei costi inizia solamente dopo che la società sia ragionevolmente certa del completamento e dell’idoneità all’uso atteso del nuovo software.
Costi per migliorie e spese incrementate su beni di terzi
I costi per migliorie e spese incrementative su beni di terzi sono iscrivibili in stato patrimoniale quando non sono separabili dai beni stessi che vengono migliorati o incrementati. Altrimenti vengono iscritte nelle immobilizzazioni materiali sotto la loro specifica voce di appartenenza.
Costi per il trasferimento e per il riposizionamento dei cespiti
I costi per il trasferimento e per il riposizionamento dei cespiti possono essere capitalizzati quando i beni vengono trasferiti in un nuovo lay-out della produzione e quando è ravvisabile un beneficio futuro misurabile in termini di ampliamento o miglioramento della capacità produttiva dell’impresa e conseguente riduzione dei costi di produzione dei beni. Nel caso invece si debba trasferire cespiti per cessata locazione o necessità di sgombero, i costi di trasferimento non sono capitalizzabili.
Ammortamento
La quota di ammortamento imputata a ciascun esercizio si riferisce alla ripartizione del costo sostenuto sull’intera durata di utilizzazione. Oltre all’utilizzo di piani di ammortamenti a quote costanti, è ammesso anche l’utilizzo di piani a quote decrescenti, oppure parametrati ad altre variabili quantitative. Non è invece ammesso l’utilizzo di metodi di ammortamento a quote crescenti, in quanto tale metodo tende a porsi in contrasto con il principio della prudenza. In generale l’ammortamento delle immobilizzazioni immateriali è regolato dall’articolo 103 del TUIR.
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in finanza e controllo di gestione.