MARGINE DI TESORERIA: LA FORMULA PER CALCOLARLO
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Il margine di tesoreria è un indicatore economico che misura la capacità di un’azienda di far fronte ai suoi impegni finanziari nel breve periodo.
In altre parole, questo parametro aiuta l’imprenditore a comprendere se la sua azienda ha risorse sufficienti per coprire i debiti nel breve termine.
Il calcolo del margine di tesoreria è piuttosto semplice, perché si basa su alcuni dati facilmente reperibili all’interno del bilancio, e in particolare nello stato patrimoniale riclassificato.
Indice dei contenuti:
Come si calcola il margine di tesoreria?
La formula per calcolare il margine di tesoreria è la seguente:
La formula considera dunque tre elementi:
- liquidità immediate: sono i soldi di cui l’impresa già dispone, cioè quelle voci di bilancio che normalmente corrispondono a cassa e banche C/C attive;
- liquidità differite: sono i soldi che l’impresa riceverà entro un dato periodo (tipicamente 12 mesi), cioè i crediti commerciali (vs. clienti) e gli altri crediti;
- passività correnti: si tratta di cifre che nello stesso periodo l’impresa dovrà sborsare per onorare gli impegni assunti, come per esempio:
- debiti commerciali (vs. fornitori);
- debiti tributari;
- oneri sociali dei dipendenti;
- rate di finanziamenti entro 12 mesi;
- altri debiti a breve.
Il margine di tesoreria è dunque un computo riferito alle disponibilità e ai flussi di cassa inerziali (a 12 mesi), ricavato dai valori presenti in stato patrimoniale in un dato momento.
Perché è importare monitorare il margine di tesoreria?
“Riuscirò a pagare i debiti? Ho bisogno di un’estensione dei miei fidi? Mi sento al sicuro?”. Ecco alcune tipiche domande di un imprenditore a cui il calcolo del margine di tesoreria può fornire una prima risposta.
Le disponibilità liquide per un’azienda sono come l’ossigeno per il corpo umano: se viene a mancare non si può sopravvivere a lungo.
Quando l’impresa ha il respiro corto, la gestione della liquidità diventa una priorità assoluta e vitale dentro l’azienda. Chi ha vissuto l’esperienza di ricevere una telefonata dalla banca che invita a “rientrare” ha ben chiaro di che cosa stiamo parlando.
Non è affatto semplice uscire rapidamente da una crisi di liquidità. Quando si finisce in una situazione di tensione finanziaria, la “centrale rischi” registra le anomalie. A quel punto, chiedere un finanziamento diventa molto (ma molto) più complicato.
È certamente più facile dedicare tempo e attenzione preventiva, cioè accorgersi prima che queste situazioni si presentino. In effetti, ottenere finanziamenti dalle banche è decisamente più agevole quando ci si attiva per tempo, avendo idea sui tempi e sulla misura proprio fabbisogno.
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Con quale frequenza si controlla il margine di tesoreria?
Come detto, il margine di tesoreria è un valore che si ricava dallo stato patrimoniale, dunque la risposta che mi sento di dare è questa: almeno una volta l’anno.
L’attività di controllo non può definirsi completa con un monitoraggio effettuato ogni dodici mesi: ho indicato quella frequenza solo per incoraggiare questo esercizio, che purtroppo è ancora poco praticato nella gran parte delle piccole e medie imprese nostrane. Dunque, lo ripeto: il monitoraggio annuale è solo indicativo.
Come dicevo in precedenza, il margine di tesoreria è semplice e veloce da calcolare. Ovviamente, restituisce un’informazione incompleta rispetto a una analisi prospettica dei flussi di cassa, che prende invece in esame anche altri valori andamentali, e che proprio per questo richiede molto più tempo per la sua elaborazione.
Abituarsi a tenere sotto osservazione il margine di tesoreria significa tuttavia ricavare un’informazione aggiuntiva dal bilancio. Significa sviluppare nel tempo la sensibilità e la misura del fabbisogno finanziario aziendale di breve termine.
In presenza di un valore ampiamente positivo, il margine di tesoreria può essere d’aiuto per risparmiare sui costi bancari. Perché? Come tutti gli imprenditori ben sanno, le banche applicano una commissione sulle linee di affidamento anche quando non vengono utilizzate.
Ecco allora che affinare la capacità di misurazione del fabbisogno finanziario significa comprendere quando è opportuno ridimensionare le linee di fido in eccesso.
Cosa devo fare se il margine di tesoreria è negativo?
Le aziende che hanno un margine di tesoreria negativo devono attivarsi immediatamente. La presenza di un dato negativo rappresenta infatti una spia che segnala la necessità di mettere “benzina nel serbatoio”.
In termini più tecnici, significa che gli impegni finanziari dei prossimi dodici mesi (desumibili dalla fotografia dello stato patrimoniale) sono superiori alle disponibilità aziendali di breve termine.
Come agire in pratica? Il primo passo è quello fare un’analisi dei flussi di cassa completa. Il margine di tesoreria ha il pregio di essere veloce da calcolare, ma ha il limite di non prendere in esame gli effetti finanziari delle azioni aziendali successive.
Facciamo un paio di esempi:
- una commessa importante quasi ultimata, che giace a magazzino prossima alla spedizione e alla fatturazione, è un flusso di cassa in entrata che sfugge al calcolo nel margine di tesoreria;
- dall’altro lato, se ho appena ricevuto un ordine che richiederà qualche mese di lavoro, devo mettere in conto una serie di flussi di cassa in uscita, prima di realizzare gli incassi successivi alla consegna.
È importante avere il quadro prospettico completo dei flussi di cassa prima di recarsi in banca per la richiesta di un finanziamento. Sottostimare il fabbisogno significa essere costretti a una nuova richiesta di denaro. Significa a quel punto palesare l’incapacità dell’imprenditore di leggere, interpretare e governare le dinamiche finanziarie dell’impresa.
Le banche fanno il mestiere di prestare soldi. È loro interesse farlo, ma vogliono avere la ragionevole certezza di ricevere indietro il denaro. Di fronte a un imprenditore che non ha il controllo finanziario della propria impresa, questa ragionevole certezza viene in parte a mancare.
Tutto interessante, ma … in pratica come si fa?
Per fare bene un lavoro ci vuole il giusto metodo ma anche gli strumenti adeguati. Con i numeri aziendali è molto facile ingarbugliarsi con fogli excel complicati e calcoli inconcludenti.
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in controllo di gestione.