RATEI: QUANDO E COME SI REGISTRANO

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I ratei attivi e passivi sono quote di ricavi e costi di competenza dell’anno in corso, ma che saranno rilevati interamente nel prossimo esercizio.

La loro funzione è quella di aggiungere componenti attive e passive di bilancio, che hanno effetto sulla formazione del risultato di esercizio.

Che cosa sono e quando si registrano i ratei

Per tale ragione si parla di:

  • ratei attivi: quando si aggiungono quote di ricavi;
  • ratei passivi: quando si aggiungono quote di costi.

I ratei fanno parte delle scritture di assestamento che si registrano in fase di chiusura del bilancio, e più in particolare delle scritture di integrazione in quanto aggiungono quote di costi e ricavi relative a prestazioni già maturate ma non ancora registrate dalla contabilità.

Ratei attivi

I ratei attivi sono quote di ricavi di competenza dell’anno in corso, che però saranno riscossi in futuro. Tali porzioni di ricavi si rilevano in sede di chiusura del bilancio, sono inserite nel conto economico dell’esercizio di competenza grazie alla rilevazione del rateo attivo e concorrono alla formazione del reddito d’esercizio. I ratei attivi sono poi collocati nell’attivo di stato patrimoniale e costituiscono una sorta di credito a breve.

Se vuoi conoscere tutti i dettagli, con esempi relativi anche alle scritture contabili trovi tutto in questo articolo dedicato esclusivamente ai ratei attivi.

Ratei passivi

I ratei passivi sono quote di costi di competenza dell’anno in corso, che però saranno pagati in futuro. Tali porzioni di costi si registrano in fase di chiusura di bilancio, sono inserite nel conto economico dell’esercizio di competenza grazie alla rilevazione del rateo passivo e concorrono alla formazione del reddito d’esercizio. I ratei passivi sono poi collocati nel passivo di stato patrimoniale e costituiscono una sorta di debito a breve.

Se vuoi conoscere tutti i dettagli, con esempi relativi anche alle scritture contabili trovi tutto in questo articolo dedicato esclusivamente ai ratei passivi.

Esempio di ratei – VIDEO

Per fare un esempio di ratei immaginiamo un contratto di assistenza tecnica che prevede un pagamento posticipato.

Esempi di ratei calcolato su un servizio di assistenza

La Gigabyte S.r.l. offre questo servizio alla Fashion S.p.a., con un pagamento semestrale posticipato al 28 febbraio di 9.000 €. I sei mesi di assistenza si trovano “a cavallo” di due esercizi ma il pagamento avverrà per intero alla fine.

Come determinare la competenza economica dei ratei

Perciò, al termine dell’esercizio la prestazione è già maturata per un periodo pari a 4 mesi. Per rispettare il principio di competenza economica, in fase di chiusura del bilancio è necessario integrare i 4 mesi già maturati.

Lo schema di rilevazione del rateo per le due aziende è il seguente:

Come registrare correttamente ratei attivi e passivi
  • la Gigabyte S.r.l. registra un rateo attivo di 6.000 €, in modo da integrare la quota di ricavi di competenza dell’esercizio appena concluso;
  • l’impresa Fashion S.p.a registra un rateo passivo di 6.000 €, in modo da integrare la quota di costi di competenza dell’esercizio appena concluso.

Puoi vedere l’esempio completo cliccando sul video qui sotto:

Come si calcolano

Per il calcolo della quota di competenza si utilizza la seguente formula:

Formula per il calcolo dei ratei attivi e passivi

Secondo quanto stabilito dall’OIC, sono previsti due criteri di calcolo:

  • criterio del tempo economico. Si adotta nei casi in cui la prestazione è legata a stagionalità o è discontinua nel tempo, si deve tenere conto del reale utilizzo durante l’anno corrente (esempio di un albergo aperto solo alcuni mesi dell’anno per motivi stagionali);
  • criterio del tempo fisico. Si utilizza quando la prestazione resa o ricevuta è continuativa e prevede un calcolo misurato unicamente in base ai giorni di competenza.

Calcolo dei giorni: 360 o 365?

In fase di calcolo può sorgere il dubbio riguardo il criterio di conteggio dei giorni. In particolare, se come denominatore dei calcoli si debba utilizzate il numero reale di giorni dell’anno, ovvero 365, o il suo valore normalizzato, cioè 360.

Le differenze hanno in realtà così poca rilevanza, che l’argomento non viene neppure trattato OIC all’interno della pubblicazione dedicata all’OIC 18. In assenza di vincoli, ha senso adottare il sistema più semplice di calcolo normalizzato che conta 360 giorni in un anno e 30 giorni per tutti i mesi.

Fanno eccezione i calcoli che riguardano i titoli mobiliari (es: le obbligazioni) che hanno una valutazione misurata col criterio dei 365 giorni l’anno. In questi casi anche ratei sono da calcolare col medesimo criterio dei 365 giorni.

Ratei nel codice civile

Con riferimento alla veritiera e corretta rappresentazione del bilancio, all’interno del codice civile ci sono diversi articoli che fanno riferimento ai ratei.

Il più specifico è l’articolo 2424-bis, comma 6, che recita: ”Nella voce ratei e risconti attivi devono essere iscritti i proventi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi successivi, e i costi sostenuti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza di esercizi successivi. Nella voce ratei e risconti passivi devono essere iscritti i costi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi successivi e i proventi percepiti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza di esercizi successivi. Possono essere iscritte in tali voci soltanto quote di costi e proventi, comuni a due o più esercizi, l’entità dei quali vari in ragione del tempo

Il principio contabile OIC 18

I principi contabili redatti dall’OIC hanno lo scopo di interpretare le norme di legge in materia di contabilità, al fine di poterli tradurre in linee guida e indicazioni pratiche, utili per il corretto adempimento degli obblighi contabili.

Nel caso dei ratei, la fondazione ha pubblicato il principio contabile OIC 18, al fine di:

  • definirne il concetto (scritture di rettifica/integrazione);
  • spiegarne la funzione all’interno del bilancio (rispetto del principio di competenza economica);
  • indicare le metodologie di calcolo (formula, criteri).

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Giuseppe Brusadelli

Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in finanza e controllo di gestione.

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