IFRS: I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI
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Autore: Luca Gnocchi
I principi contabili internazionali ovvero gli “International Financial Reporting Standards” (IFRS) sono delle regole emanate dallo IASB, allo scopo di sviluppare un unico insieme di principi contabili per garantire la comparabilità dei bilanci di paesi diversi e consentire elevati livelli di trasparenza.
Indice dei contenuti:
L’origine dei principi contabili internazionali
La normativa inerente i principi contabili internazionali (IFRS) risale al 2002 con la pubblicazione del Regolamento CE n. 1606/2002 recepito nel 2005 dall’ordinamento italiano con il Dlgs 38/2005.
Il primo passo nella direzione di uniformare le regole contabili internazionale, risale però al 1973 con la nascita dello IASC (International Accounting Standards Committee) che nel tempo si è trasformato nell’attuale IASB. Nel gergo aziendalese resiste l’acronimo IAS come sinonimo di IFRS.
Quali società hanno l’obbligo di adottarli
In Italia, le società per le quali è prescritta l’adozione dei principi IAS/IFRS sono quelle definite nell’art. 2 del d.lgs. 38/2005, ovvero:
- società quotate, cioè quelle che emettono strumenti finanziari ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati;
- società emittenti di strumenti finanziari, diffusi tra il pubblico in misura rilevanti, sebbene non quotati in mercati regolamentati;
- banche, società finanziaria italiane, società di intermediazione mobiliare, società di gestione del risparmio, istituti di moneta elettronica ed istituti di pagamento;
- società consolidate da quelle per le quali vige l’obbligo di adozione dei principi contabili internazionali, fatta eccezione per le società minori che possono redigere il bilancio in forma abbreviata, ai sensi dell’art. 2435-bis del codice civile;
- imprese di assicurazione quotate, ovvero quelle che redigono il bilancio consolidato del gruppo assicurativo.
Quali sono le analogie tra principi contabili nazionali e internazionali
Sia i principi contabili nazionali OIC che i principi internazionali IFRS sottendono ai principi fondamentali e principi generali di redazione:
Rispetto a questi ultimi, i principi OIC e IFRS assumono valenza e priorità diverse.
È ragionevole immaginare che, in futuro, possa realizzarsi una graduale convergenza tra i principi internazionali e quelli nazionali. In questa logica si colloca il principio OIC 32 Strumenti finanziari derivati, fortemente ispirato alle regole di definizione del fair value introdotte dai principi internazionali IFRS.
Le differenze tra OIC e IFRS
Il modello nazionale (OIC)
1) Prevalenza del principio di prudenza
Esempi:
- valutazioni di bilancio effettuate con il criterio del costo;
- principio di realizzazione dei proventi ai fini dell’iscrizione a bilancio (si contabilizzano solo i proventi effettivamente realizzati).
Effetti:
- il valore del patrimonio netto, in alcuni casi, è sottostimato. Ad esempio, se un’impresa è proprietaria di un terreno, questo è valorizzato in bilancio al costo storico. In presenza di un valore di mercato crescente, si crea una differenza tra il valore reale (di mercato) e quello iscritto a bilancio. In base ai principi OIC non è ammesso, salvo alcune eccezioni, riallineare il costo al valore di mercato, pertanto, il patrimonio dell’azienda appare inferiore rispetto a quello reale;
- penalizzazione del reddito d’esercizio per effetto delle valutazioni prudenziali;
- obbligo di integrazione del patrimonio per perdite (in Italia non vi può essere un patrimonio netto negativo, in quanto se questa situazione permane, l’azienda è costretta alla liquidazione);
- vincoli nella distribuzione degli utili.
Motivazione:
- volontà di privilegiare gli interessi dei fornitori e dei creditori commerciali.
Altre differenze:
- limitazione del concetto di disponibilità liquide che, in base al principio contabile OIC 14, è considerato solo il denaro liquido immediatamente utilizzabile come strumento di pagamento. Sono perciò così esclusi da questa categoria gli strumenti finanziari prontamente liquidabili come i titoli di stato.
- i principi Oic non sono norme dello stato, ma sono regole tecnico-contabili, ovvero “best practice” cui fare riferimento per la redazione del bilancio.
2) Centralità del ruolo del reddito
Solo dal 2016 è diventata obbligatoria la predisposizione del rendiconto finanziario, ovvero il documento contabile che descrive le entrate ed uscite di denaro dell’azienda. Rimangono peraltro esenti da tale prescrizione le imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata e delle micro-imprese.
Il modello internazionale (IFRS)
1) Valore diverso del principio della prudenza
Esempi:
- criterio del costo non unico e non prevalente;
- assenza del principio di realizzazione dei proventi per l’iscrizione in bilancio (introduzione del prospetto OCI other comprenhsive income, ovvero un prospetto contabile che accoglie i costi/ricavi imputati direttamente a patrimonio netto e non ancora realizzati. Questo prospetto serve a giustificare le movimentazioni di patrimonio netto, palesando la scarsa rilevanza del principio della prudenza).
Conseguenze:
- facoltà di valutazioni al fair value;
- variabilità dei valori esposti in bilancio, fluttuanti in base alle condizioni ambientali e dall’andamento del mercato e dei tassi;
- impossibilità di utilizzo del criterio LIFO. Nonostante il LIFO (Last-In-First-Out) sia il metodo più utilizzato in Italia per la valorizzazione delle rimanenze di beni fungibili, esso non è previsto nei principi contabili internazionali. Ciò è dovuto al fatto che tale criterio potrebbe creare riserve di valore, non espresse dal patrimonio netto;
- iscrizione nel conto economico di proventi e oneri derivanti da valutazioni di attività al fair value;
- come oggetto di calcolo il cash flow statement (IAS 7) oltre alle disponibilità liquide , considera anche i mezzi equivalenti (cash equivalents), ovvero gli investimenti finanziari a breve termine e ad alta liquidità che possono essere facilmente convertiti in valori di cassa;
- hanno forza di legge, in quanto promulgati dalla direttiva europea 1126/2008.
Motivazioni:
- tutelare gli interessi degli investitori (rispetto ai fornitori);
- rispondere alle esigenze dei Paesi in cui le aziende hanno una proprietà diffusa.
2) Centralità delle informazioni relative ai flussi di cassa, rispetto al reddito
- Obbligatorietà del cash flow statement (rendiconto finanziario).
Bibliografia
- Gli standard dello IASB nel sistema contabile italiano. A. Quagli;
- Introduzione ai principi contabili internazionali. A. Giussani;
- Principi contabili internazionali. Pricewaterhouse Coopers.
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Luca Gnocchi
Studente di economia, appassionato di bilanci, controllo di gestione e valutazione d’azienda. Il mio interesse nell’apprendere cose nuove, mi consente di affrontare nuove sfide.