IL PATRIMONIO NETTO: COS’È E COME SI CALCOLA

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Il patrimonio netto è una grandezza dello stato patrimoniale che si ottiene dalla differenza tra attività e passività.

Misura la consistenza del patrimonio di proprietà dei soci dell’impresa e, in questa prospettiva, è dato dalla differenza tra patrimonio lordo (attività) e debiti verso terzi (passività).

Calcolo e composizione del patrimonio netto

Nelle analisi di bilancio il patrimonio netto rappresenta le fonti di finanziamento interne, e per tale ragione è definito anche capitale proprio, mezzi propri o anche capitale di rischio.

Il patrimonio netto spiegato con un esempio – VIDEO

Come si calcola

Come già indicato, il patrimonio netto è calcolato dalla differenza tra attività e passività. Rimane ora da comprendere quali sono i fattori che, da un anno all’altro, modificano il valore da iscrivere a bilancio.

Nel primo periodo di vita di una società, il patrimonio netto equivale al capitale sociale. Negli anni successivi, al termine di ogni esercizio, l’utile dell’esercizio (o la perdita) sono riportati all’interno del patrimonio netto, con l’effetto di incrementarne (o diminuirne) il valore.

Esempio di definizione del patrimonio netto su 2 annualità

Se i soci rinunciano alla distribuzione degli utili, questi ultimi sono trascritti l’anno successivo nella voce “utili portati a nuovo”. Nel nostro esempio, ipotizzando per l’anno 2 un utile di 3.000 €, il patrimonio netto avrebbe la seguente composizione:

Esempio di definizione del patrimonio netto su 3 annualità

Immaginando di avere nei due anni successivi:

  • anno 3: perdita d’esercizio di 1.500 €;
  • anno 4: utile d’esercizio 2.000 €;

la situazione si svilupperebbe in questo modo.

Esempio di definizione del patrimonio netto su 5 annualità

In questo esempio semplificato non sono stati considerati gli accantonamenti per riserve.

Composizione del patrimonio netto

Il patrimonio netto si compone di più voci, dette parti ideali di patrimonio netto. Lo scopo di tale suddivisione è distinguere l’origine (apporto soci o accumulo di utili) e la destinazione (riserve o utili da destinare):

  • capitale sociale;
  • riserve;
  • utili in attesa di destinazione;
  • perdite in attesa di essere compensate;

Per approfondire le norme tecnico-contabili da applicare in fase di redazione puoi leggere l’articolo dedicato alla composizione del patrimonio netto.

Il patrimonio netto contabile nello stato patrimoniale
Immagine con 4 punti di domanda

Alcune domande sul patrimonio netto

L’aggiunta del termine “contabile” nasce dal bisogno di fare riferimento al patrimonio netto che risulta dai libri contabili, definito anche “valore di libro”.

Tale grandezza potrebbe discostarsi dal valore realistico del patrimonio netto, nella misura in cui il prospetto di stato patrimoniale contiene attività (immobili o altri beni) iscritti a bilancio con un valore diverso (minore o maggiore), dal valore di mercato.

Essendo che il patrimonio netto è dato da:

Attività – passività = patrimonio netto contabile

Se ci sono rivalutazioni (o svalutazioni) tra le attività, (vedi esempio nel video), cambia di conseguenza anche il valore del patrimonio netto:

Attività – passività +/- rivalutazioni e svalutazioni = patrimonio netto (rivalutato)

Il patrimonio netto tangibile si ottiene sottraendo al patrimonio netto le immobilizzazioni immateriali: 

Patrimonio netto – immobilizzazioni immateriali = patrimonio netto intangibile

La necessità di calcolare il patrimonio netto tangibile è collegata alla presenza di una o più voci nelle immobilizzazioni immateriali (avviamento, marchi, ecc…), le cui valutazioni sono meno oggettive delle altre voci di bilancio.

I termini “passivo” e “passività” si somigliano ma definiscono due grandezze differenti:

Patrimonio netto + passività = passivo di bilancio

Per evitare di confondersi, nello stato patrimoniale riclassificato i termini attivo e passivo sono sostituiti rispettivamente da impieghi e fonti.

La colonna fonti include le diverse fonti di finanziamento. In questa prospettiva, il patrimonio netto misura le risorse interne (dei soci) e le passività rappresentano le fonti di finanziamento dei soggetti esterni.

Il capitale sociale è parte del patrimonio netto. Al momento della costituzione di una società il capitale sociale e il patrimonio netto sono grandezze equivalenti.

Negli anni successivi il capitale sociale rimane costante, mentre il patrimonio netto cambia per effetto dell’accumulo delle riserve e degli utili non distribuiti.

Capitale proprio e patrimonio netto sono due grandezze che coincidono quasi sempre. Per tale ragione nelle riclassificazioni di stato patrimoniale sono utilizzate come sinonimi.

Capitale proprio è una definizione che fa riferimento alla provenienza della fonte di finanziamento:

Capitale proprio + capitale di terzi = fonti di finanziamento

Alcuni autori escludono dal capitale proprio la quota di utili da distribuire nei i 12 mesi successivi. Tuttavia, tale distinzione non è presente nei prospetti del bilancio civilistico, perciò l’interpretazione prevalente è di considerare tutti gli utili all’interno del capitale proprio.

L’altra distinzione riguarda la presenza di crediti verso soci per versamenti ancora dovuti che, nei rari casi in cui sono presenti in bilancio, vanno sottratti al patrimonio netto.

Patrimonio netto – crediti verso soci per versamenti ancora dovuti – utili da distribuire = capitale proprio

Capitale di rischio è una definizione che fa riferimento al tipo di esposizione rispetto ai risultati aziendali e si contrappone al capitale di debito:

Capitale di rischio (detto anche patrimonio netto) + capitale di debito = fonti di finanziamento

Si è in presenza di un patrimonio netto negativo quando le passività (debiti) superano le attività (asset aziendali).

Patrimonio netto negativo: attività < passività

Tale situazione può verificarsi per effetto di una perdita d’esercizio che diminuisce la consistenza del patrimonio netto.

In questi casi gli amministratori devono convocare l’assemblea che può:

  • procedere alla ricapitalizzazione, ovvero i soci effettuano versamenti di capitale;
  • decidere di non ricapitalizzare e procedono alla trasformazione della società;
  • procedere alla liquidazione della società (2484).

Le regole tecniche da adottare sono contenute nel documento OIC 28.

Bibliografia

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Giuseppe Brusadelli

Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in finanza e controllo di gestione.

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