MICRO-IMPRESE: QUALI SONO? DIFFERENZE TRA ITALIA ED EUROPA
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Il codice civile e la Commissione Europea attribuiscono significati diversi al concetto di micro-impresa:
- in Italia, tale definizione è collegata ad un bilancio d’esercizio semplificato;
- in Europa, la definizione di micro-impresa è utilizzata nell’ambito dei contributi pubblici a sostegno delle imprese.
Indice
La definizione di micro-imprese nel codice civile italiano
Il Codice civile, all’art.2423-ter, fissa i valori che definiscono le micro-imprese:
“Sono considerate micro-imprese le società di cui all’articolo 2435-bis che nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti:
- totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 175.000 euro;
- ricavi delle vendite e delle prestazioni: 350.000 euro;
- dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 5 unità. (…)”
Il bilancio delle micro-imprese
La normativa italiana prevede un bilancio d’esercizio semplificato per le micro-imprese. Sempre l’articolo 2423-ter recita:
“Le micro-imprese sono esonerate dalla redazione:
- del rendiconto finanziario;
- della nota integrativa quando in calce allo stato patrimoniale risultino le informazioni previste dal primo comma dell’articolo 2427;
- della relazione sulla gestione (…).”
La definizione della Commissione Europea
In base alle definizioni pubblicate dalla commissione europea, un’azienda è considerata micro-impresa quando rientra nei due seguenti parametri, occupazionale ed economico-patrimoniale:
- il numero di dipendenti è inferiore a 10;
I valori di bilancio possono essere uno, o entrambi, tra:
- fatturato ≤ 2 milioni di euro;
- valore di bilancio ≤ 2 milioni di euro.
Il calcolo delle unità lavorative annue (ULA)
Per calcolare il numero di lavoratori, utile a definire il primo parametro dimensionale, bisogna considerale le ULA, ovvero le unità lavorative annue. Per misurarle è necessario considerare due dati:
- la data di assunzione del dipendente;
- il numero di ore previste dal contratto (part-time o tempo pieno).
L’esempio più semplice riguarda il dipendente presente da inizio anno a tempo pieno. In quel caso il suo valore in ULA sarà 1.
Se invece il dipendente è stato assunto in corso d’anno e/o lavora a tempo parziale, bisognerà calcolare due coefficienti:
- occupazione nell’anno, mesi effettivi di occupazione / 12;
- tipo di contratto part-time, ore lavorate giornaliere / 8.
Esempio con un dipendente assunto al 1° luglio, con un contratto di 4 ore al giorno:
Una volta calcolato il valore effettivo di ogni dipendente si sommano tutti i valori ottenuti e si calcola il totale delle ULA.
I paramenti europei che definiscono la dimensione di impresa
MPMI è l’acronimo di micro, piccole e medie imprese, e identifica tre gruppi di imprese che rientrano in determinati parametri dimensionali ed economico-patrimoniali.
Nel linguaggio comune è molto più usata la forma breve PMI, che richiama alla mente un gruppo eterogeneo di aziende nate e cresciute nel solco di una gestione famigliare, con caratteristiche assai diverse dalle realtà multinazionali.
Una norma ministeriale del 2005 ne classifica la dimensione in base a tre parametri:
- numero di lavoratori;
- fatturato;
- totale di bilancio.
Il parametro più importante e obbligatorio per la classificazione delle MPMI è quello dei lavoratori occupati; a questo ne va aggiunto almeno uno fra gli altri due, fatturato e totale di bilancio. Se questi ultimi superano entrambi i limiti, l’azienda passa alla dimensione superiore.
Per il calcolo della dimensione si devono anche considerare le partecipazioni in altre società (imprese associate e collegate). Questa guida curata dalla commissione europea spiega in modo molto dettagliato i criteri adottati.
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in finanza e controllo di gestione.