INCIDENZA DEL COSTO DEL PERSONALE
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Si tratta di un indicatore del peso percentuale del costo del personale sul valore della produzione.
Misura l’incidenza di una voce di costo particolarmente significativa per la natura della risorsa sottostante e per le indicazioni che può dare sulle politiche aziendali e sulla corrispondente struttura dei costi. Misura inoltre il livello di efficienza nell’impiego di tale risorsa, dall’altro.
Indice dei contenuti:
Come si calcola
La formula del calcolo è:
Al numeratore del rapporto compare l’intero ammontare del costo del personale, cioè secondo la classificazione del codice civile (art.2425), la somma dei seguenti componenti:
- salari e stipendi;
- oneri sociali;
- trattamento di fine rapporto;
- trattamento di quiescenza e simili;
- altri costi del personale.
Al denominatore si trova il valore della produzione, come definito dal c.c., cioè:
- i ricavi di vendita;
- +/- la differenza tra il valore delle rimanenze di magazzino finali e quelle iniziali;
- + gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni,
- + altri ricavi.
Come si interpreta
Si tratta di un indice che dà un’idea della struttura economica dell’azienda, cioè della composizione dei suoi costi, nell’ambito della gestione operativa (o caratteristica). Tale struttura può essere analizzata in vari modi, ad esempio con la distinzione tra:
- costi variabili e costi fissi;
- costi dei materiali e servizi acquistati esternamente e costi “interni”, tra cui il personale e l’ammortamento di immobilizzazioni materiali e immateriali.
Tali raggruppamenti di costi possono essere messi a rapporto con il totale dei costi della produzione, con i ricavi di vendita oppure, come nel nostro caso, con il valore della produzione.
L’enfasi sul costo del personale si giustifica per più ragioni (oltre che per la particolarità e delicatezza della risorsa):
- perché si tratta di una risorsa che in certi settori ha fisiologicamente un peso rilevante e come tale va monitorato con attenzione nel suo livello di efficienza economica;
- perché riflette scelte aziendali orientate alla crescita dell’intensità del fattore capitale e dell’automazione piuttosto che del fattore lavoro;
- perché è espressione di politiche rivolte al “make” (produrre internamente) piuttosto che al “buy” (acquistare da terzi) beni o servizi, con riflessi anche sul proprio valore aggiunto.
Un esempio
A quest’ultimo proposito, per fare un esempio molto semplificato, supponiamo che l’impresa A produca i suoi articoli internamente ed abbia un conto economico con questa struttura:
- valore della produzione: 2.000.000 €
- costi della produzione: 1.400.000 €
- materie prime: 400.000 €
- personale: 600.000 €
- ………….………………
Mentre l’impresa B, del tutto simile come business e dimensioni, acquista da altre aziende parte dei prodotti venduti, con un conto economico così strutturato:
- valore della produzione: 2.000.000 €
- costi della produzione: 1.400.000 €
- materie prime e prodotti: 700.000 €
- personale: 300.000 €
- ………….………………
Si nota subito che l’incidenza % del costo del personale sul valore della produzione:
- per l’impresa A (orientata al “make”) è del 30% (600k /2.000k);
- per l’impresa B (orientata al “buy”) è del 15% (300k / 2.000).
Nel mondo reale queste cose servono?
La vita di un’azienda è fatta di tante situazioni più importanti degli indici di bilancio. Tuttavia, nelle competizioni si vince anche con la cura nei dettagli. In ogni disciplina, le prestazioni migliori non arrivano per caso.
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Luigi Brusa
Autore di numerosi testi sui sistemi di controllo e professore emerito presso Università degli Studi di Torino.