FIDO BANCARIO: COS’È E COME FUNZIONA
Tempo di lettura: 2 minuti
Autrice: Sara Bracchetti
Il fido bancario, detto anche affidamento, è l’importo che la banca concede al cliente, persona fisica o impresa, il quale ne può disporre al pari delle proprie risorse di liquidità disponibili sul conto corrente.
Indice dei contenuti:
Come funziona il fido bancario
La concessione del fido viene preceduta da un’attenta analisi del profilo di rischio del cliente, necessaria a valutare la probabilità di insolvenza che grava sull’istituto di credito.
Tale rischio può essere ridotto dell’offerta di garanzie, che possono essere:
- garanzie reali: beni depositati in pegno o su cui viene scritta ipoteca;
- garanzie personali: qualità della persona che si impegna a restituire il debito, sia essa l’effettivo beneficiario oppure un individuo terzo, di norma parente o amico, che decida di andargli finanziariamente in aiuto in caso di bisogno.
Anche qualora annullassero il rischio, le garanzie da sole non sono sufficienti. L’accertamento della solvibilità del cliente, cioè della sua capacità di restituire alla banca il denaro alla scadenza prevista, resta presupposto indispensabile alla concessione del fido, di cui viene definito espressamente:
- importo;
- durata;
- scopo.
Una volta ottenuto parere positivo e completata la pratica, il cliente può prelevare denaro (fido di cassa) o operare direttamente nei confronti di terzi (fido di firma). Nel primo caso, la banca sborsa denaro; nel secondo, assume un impegno per conto del proprio cliente.
Quando è utile (e quando no)
Viene anche impropriamente definito “scoperto di conto”, poiché si realizza attraverso la possibilità di “spendere” denaro che non si trova sul conto corrente. All’atto dell’accettazione della domanda, la banca non versa dunque alcuna somma, che sarà però garantita in momenti di effettivo utilizzo.
Il fido è una disponibilità di risorse liquide che non devono essere necessariamente consumate. Può dunque rivelarsi molto vantaggioso in periodi di particolare difficoltà, per pagare un fornitore prima di avere incassato il necessario o per far fronte agli impegni imprevisti, qualora la situazione economica sia fragile e una spesa non messa in conto potrebbe portare a un saldo negativo.
Da tenere in considerazione anche come la banca non sia indifferente alla destinazione d’uso: sarà più bendisposta verso chi voglia utilizzare il fido per accrescere le sue opportunità, piuttosto che per saldare debiti pregressi.
La convenienza risiede nel fatto che, a differenza del prestito, gli interessi vengono pagati solo sugli importi effettivamente utilizzati.
Al contrario, il fido non conviene a chi possieda una solidità finanziaria e il rosso sia una possibilità più che remota; in tal caso, il cliente si troverebbe a sostenere costi di mantenimento di un prodotto a lui non necessario.
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Sara Bracchetti
Giornalista professionista dal 2006, ho lavorato per La Repubblica, Il Giornale, La Stampa, L’Ordine di Alessandro Sallusti e, ovviamente, La Provincia di Como, dove ho mosso i primi passi.