EBITDA: COSA MISURA E COME SI CALCOLA
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Ebitda è il termine inglese sinonimo di margine operativo lordo (MOL), un indicatore di redditività che, rispetto all’utile d’esercizio, tiene separate alcune tipologie di costo.
E.B.I.T.D.A. è anche l’acronimo di Earning Before Interest Tax Depreciation Amortization, che tradotto diventa: utile prima di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti.
Indice dei contenuti:
Ebitda spiegato in 2 minuti – VIDEO
Formule di calcolo
L’ebitda è un valore che non si trova nei prospetti di bilancio tradizionali. Per calcolarlo bisogna effettuare la riclassificazione del conto economico, un procedimento che ha lo scopo di:
- raggruppare i conti in poche classi per semplificare la lettura dei dati;
- disporre ricavi e costi su una sola colonna per facilitare i confronti;
- calcolare dei risultati intermedi per analizzare meglio le performance aziendali.
Il risultato che si ottiene è il seguente:
Lo schema di riclassificazione raffigurato in questa tabella è definito “a valore aggiunto”; è il modello adottato dalle banche per le valutazioni sul merito di credito (rating), e per tale ragione è anche il più diffuso.
Una volta effettuata la riclassificazione il calcolo dell’ebitda diventa molto semplice, poiché si tratta di una semplice sottrazione che segue la formula:
Il calcolo può essere fatto anche partendo dalla parte bassa dello schema; in quel caso la formula diventa:
Modello excel per calcolo ebitda
La riclassificazione di un bilancio contabile è un procedimento che richiede parecchio tempo in quanto il piano dei conti può contenere centinaia di voci e ad ognuna bisogna associare una classe. Non esistono modelli standard poiché ogni impresa ha un suo specifico piano dei conti che cambia in funzione del settore, della dimensione e di altri fattori.
Diversa è la situazione per il bilancio civilistico, che deve essere approvato e depositato presso il registro delle imprese nel formato standard definito dal codice civile (art.2425). In questo caso le voci di bilancio sono sempre le stesse per tutte le imprese, perciò è possibile automatizzare il processo di riclassificazione.
Se ti interessa, abbiamo predisposto un foglio di calcolo che puoi scaricare cliccando qui.
Il funzionamento è semplice:
- nel foglio input vanno inseriti i dati del tuo conto economico civilistico;
- nel secondo foglio troverai gli stessi dati riclassificati, in automatico, con il calcolo dell’ebitda.
Significato di ebitda nell’analisi di bilancio
L’ebitda ho lo scopo di evidenziare il margine che rimane in azienda dopo avere sostenuto i costi esterni e il costo del personale, ovvero i costi operativi che comportano uscite di cassa.
Osservandolo da un’altra prospettiva, si può dire che misura quante risorse rimangono per:
- effettuare gli investimenti (ammortamenti);
- pagare gli interessi sul debito (banche);
- accontentare il “socio occulto” (tasse);
- remunerare i soci (utile).
Gli ammortamenti e le svalutazioni sono costi non monetari, poiché partecipano alla formazione del risultato d’esercizio ma non generano uscite di cassa. Per questa ragione, l’ebitda è talvolta utilizzato per avere un’idea approssimativa sulla capacità di un’impresa di generare flussi di cassa in entrata.
Come tutti gli indicatori di bilancio l’ebitda è utilizzato per analizzare il bilancio, ovvero per estrapolare il maggior numero di informazioni possibili. Una delle tecniche utilizzate è l’analisi comparata, ovvero il confronto tra bilanci di imprese diverse oppure tra bilanci della stessa impresa su annualità diverse.
Esempio di analisi
Per capire meglio l’utilità dell’ebitda facciamo un esempio. Ipotizziamo di mettere a confronto due imprenditori del settore vinicolo:
- Fabio, proprietario della Cantina Rosè;
- Romeo, proprietario della Vigna Bianchini.
Le loro imprese hanno entrambe un fatturato di 1.000.000 €, ma un utile differente:
- l’impresa di Fabio ha un utile di 30.000 €;
- l’impresa di Romeo ha un utile di 50.000 €.
Fermandoci a questo dato, giungeremmo alla conclusione che la Vigna Bianchini è più efficiente e perciò più redditizia.
Ora immaginiamo che dal calcolo dell’EBITDA (MOL) emergano i seguenti valori:
- per Cantina Rosé di Fabio un valore pari a 150.000 €;
- per la Vigna Bianchini di Romeo solo 70.000 €.
Qualè l’azienda migliore delle due?
Quella di Romeo che ha un’utile maggiore? Oppure quella di Fabio che ha un ebitda più alto?
Come si può interpretare questa situazione?
Analizzando i bilanci si può notare che Fabio sta facendo molti più investimenti (voce ammortamenti) rispetto a Romeo e, anche per questo, paga più interessi alle banche.
Possiamo ipotizzare che Fabio stia facendo investimenti come l’acquisto di nuovi terreni, l’ampliamento della cantina o l’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature.
Dalla nota integrativa potremmo ricavare informazioni precise sul tipo di investimento ma, anche senza quel dettaglio, è palese che Fabio sta sostenendo costi per crescere e ammodernare la sua azienda.
Gli ammortamenti sono costi che, nel presente, riducono l’utile di Fabio, ma creano le basi per la crescita della sua azienda e per risultati importanti in futuro. Ecco perché è fondamentale distinguere questa tipologia di costi dalle spese correnti.
Rispetto al quadro iniziale che metteva in risalto solo i maggiori utili dell’impresa di Romeo, grazie al calcolo dell’ebitda è stato possibile rappresentare una situazione più completa e veritiera dei risultati aziendali.
L’ebitda in 5 punti
Riassumendo, possiamo dire che l’ebitda:
- è un valore che non si trova nel bilancio d’esercizio;
- per calcolarlo occorre riclassificare i dati del conto economico;
- è un indicatore economico che misura l’efficienza operativa;
- in qualche caso è utilizzato anche per aver un calcolo approssimato del flusso di cassa;
- rispetto all’utile d’esercizio offre informazioni aggiuntive che arricchiscono le analisi.
Alcune domande sull’ebitda
Cos‘è l’ebitda margin?
Quando si parla di ebitda o di margine operativo lordo (MOL) non è sempre chiaro se il riferimento è alle grandezze espresse in valore assoluto (in euro) oppure in termini relativi (in percentuale).
L’ebitda margin è una definizione che include questa puntualizzazione, ovvero esplicita che i valori presi in esame sono quelli espressi in forma percentuale.
Tradotto in italiano diventa “MOL percentuale”, anche se, nella realtà, raramente si sente il bisogno di fare tale precisazione, poiché dal contesto si intuisce quando si parla di valori assoluti (euro) o relativi (%).
Nell’esempio sopra abbiamo ipotizzato un fatturato identico per le due imprese vinicole, perciò è stato facile confrontare i valori assoluti.
Nella realtà, invece, la comparazione è tra valori di bilancio differenti tra loro. Dunque, per fare dei confronti rapidi ed efficaci, occorre utilizzare gli indicatori espressi in forma percentuale.
Il modello excel che puoi scaricare qui sopra è predisposto per l’inserimento di 5 bilanci. Dopo l’inserimento dei dati, nel foglio “CE riclassificato” appare il calcolo dell’ebitda in forma percentuale (ebitda margin) per ognuno dei bilanci inseriti. Ciò permetterà di osservare e confrontare rapidamente i valori senza ulteriori operazioni.
Cos‘è l’ebitda adjusted?
La definizione di ebitda adjusted (o margine operativo lordo rettificato) è collegata al tema della gestione straordinaria, ovvero oneri e proventi straordinari.
Tali componenti di reddito andrebbero esclusi dal calcolo dell’ebitda poiché non riguardano la gestione operativa ma hanno, invece, caratteristiche di straordinarietà. Dal 2016 questa separazione non è più praticabile poiché una riforma di legge ha cancellato dai bilanci civilistici gli oneri e i proventi straordinari.
Nella vita delle imprese, costi e ricavi straordinari continuano a esistere, però non sono più contabilizzati a parte ma vengono “diluiti” insieme agli altri costi.
L’unico modo di identificare la gestione straordinaria è tramite la lettura delle informazioni contenute nella nota integrativa, quando sono disponibili. Oppure con la lettura delle analisi di bilancio interne all’azienda, dove sono disponibili tutti i dettagli contabili.
In questi casi, è possibile isolare le voci di carattere straordinario e calcolare l’ebitda adjusted (o rettificato), seguendo lo schema indicato nella tabella seguente:
Dove si posiziona la gestione atipica (accessoria)?
Una logica del tutto identica può essere adottata per gli oneri e i proventi collegati alla gestione non caratteristica.
Anche in questo caso si tratta di voci contabili che andrebbero escluse dalla gestione operativa, ma ciò richiede appunto una disponibilità di dati che purtroppo nei bilanci civilistici non è immediata.
Quando è possibile distinguere i valori della gestione accessoria, lo schema di calcolo dell’ebitda diventa il seguente:
Azienda, consulente o studente?
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in controllo di gestione.