CONTABILITÀ ORDINARIA: COS’È? QUANDO È OBBLIGATORIA?

Tempo di lettura: 5 minuti

La contabilità ordinaria è un regime contabile che prevede la registrazione non solo di costi e ricavi ma anche di incassi, pagamenti, versamenti e prelevamenti.

Ogni soggetto che esercita attività di impresa è obbligato alla tenuta delle scritture contabili. Chi intraprende un’attività economica dopo aver scelto la forma giuridica deve valutare, insieme al commercialista, quale regime contabile adottare.


Quando scatta l’obbligo della contabilità ordinaria

Tabella che spiega chi è obbligato alla contabilità ordinaria

La contabilità ordinaria è il regime “naturale” obbligatorio, a prescindere dal volume di ricavi conseguito per:

  • società di capitali: S.p.a, S.r.l., S.a.p.a., società cooperative e mutue assicuratrici;
  • organizzazioni di società e gli enti stabili ma non residenti nel territorio italiano;
  • enti pubblici, enti privati, associazioni non riconosciute e consorzi che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali.

I soggetti che, diversamente, non sono obbligati per legge, dunque non in base ad un vincolo giuridico, bensì in base al superamento di un presupposto reddituale sono i seguenti:

  • persone fisiche che esercitano attività commerciali;
  • società di persone: S.n.c. e S.a.s.;
  • enti non commerciali che esercitano anche un’attività commerciale in misura non prevalente.

Quelli che hanno conseguito un fatturato annuo, ossia ricavi, riferiti all’anno solare precedente:

  • maggiore di 400.000 € se l’attività prevalentemente abbia oggetto prestazioni di servizi;
  • maggiore di 700.000 € se l’attività prevalente è la vendita di beni o altre attività.

La contabilità ordinaria rimane una opzione facoltativa per quelle imprese che hanno i requisiti per l’applicazione del regime semplificato.

Quanto dura la permanenza nel regime ordinario?

I soggetti possono restare nel regime contabile ordinario per tre anni, questo è il vincolo triennale imposto dalla legge. Dopo questo periodo minimo di permanenza nel regime ordinario, l’opzione resta valida per ciascun anno successivo, fino a quando si conservano i requisiti.

In ogni caso, passati i tre anni di vincolo, se il soggetto è provvisto dei requisiti sopra elencati, può ritornare al regime semplificato nella stessa modalità sopra descritta, e anche per questo passaggio l’Agenzia delle Entrate ha imposto il vincolo triennale.

Quali sono le scritture contabili obbligatorie?

I soggetti che sono tenuti ad aderire al regime contabile ordinario sono obbligati a tenere alcune scritture contabili previste dalla legge secondo l’art. 14 del DPR 600/73.

Vediamo nel dettaglio quali sono:

  • i registri IVA acquisti, vendite e corrispettivi in cui si annotano tutte le operazioni attive o passive rilevanti per determinare l’imposta sul valore aggiunto;
  • il registro dei beni ammortizzabili, dove devono essere registrate tutte le immobilizzazioni materiali e immateriali, relative all’acquisto di beni strumentali che non esauriscono la loro vita utile nel breve periodo ma in più esercizi e, quindi, sono soggetti ad ammortamento;
  • il libro giornale nel quale vengono registrati, in partita doppia, tutti i movimenti che comportano un’entrata o un’uscita per l’azienda;
  • il libro degli inventari.

A queste scritture contabili obbligatorie se ne aggiungono altre. Per le società di capitali è obbligatoria anche la tenuta di:

  • libro dei soci;
  • libro delle obbligazioni;
  • libri delle adunanze e delle deliberazioni dei vari organi quali assemblea soci e degli obbligazionisti, organo di controllo, organo deliberativo.

Come si determina il reddito: il principio di competenza

Il regime di tassazione delle imprese in contabilità ordinaria si basa sul principio di competenza economica. Il reddito imponibile viene determinato dalla differenza tra i ricavi tassabili e i costi deducibili, ai sensi della disciplina contenuta nel DPR n. 917/86.

Per  verificare che il  limite reddituale è stato superato, il reddito viene determinato in base al principio di competenza economica, ossia i costi e i ricavi vengono determinati in base alla data di  maturazione.

Si fa riferimento al momento in cui si considerano conseguiti i corrispettivi delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi e a quello in cui si considerano sostenute le spese per l’acquisizione di beni e servizi a prescindere se è già avvenuta o meno la loro manifestazione finanziaria, ossia se hai pagato e hai avuto un’uscita di cassa o banca oppure  hai incassato. Dunque, abbiamo due aspetti fondamentali da considerare:

Aspetti da considerare per determinare il reddito nella contabilità ordinaria

Il principio di competenza economica impone alle imprese di registrare le transazioni, ossia le operazioni nel periodo di imposta in cui si effettuano a prescindere dal momento in cui si verificano i pagamenti.

Per fare un esempio molto semplice:

  • per i beni mobili, rileva la data della consegna o della spedizione, non il momento in cui hai pagato la fattura;
  • per i servizi, i corrispettivi si considerano conseguiti e le spese si considerano sostenute alla data in cui le prestazioni sono ultimate, non quando si incassa il compenso o si prelevano i soldi per far fronte ai costi;
  • per i beni immobili, il giorno in cui viene firmato il contratto.

Per un ulteriore approfondimento rimandiamo al nostro articolo sul principio di competenza.

Regime ordinario: vantaggi e limiti

Il regime ordinario può garantire rilevanti benefici sia nel controllo dell’andamento aziendale, che come strumento di contrasto ad eventuali accertamenti.

Vediamo quali sono i vantaggi legati al regime contabile ordinario e del perché dovreste non avere dubbi nello scegliere questo regime:

  • la contabilità ordinaria risulta essere più precisa e permette di tenere sotto controllo meglio i conti e l’andamento aziendale;

  • obbliga l’imprenditore a registrare anche i movimenti di cassa e banche evitando di essere un po’ meno esposto agli accertamenti da parte dell’agenzia delle entrate che prima di contestare i movimenti bancari, sarà costretta a dimostrare che la contabilità tenuta dal contribuente è inattendibile e dovrà farlo, non con presunzioni ma dimostrando le proprie teorie con elementi gravi precisi e concordanti;

  • gli imprenditori hanno molte informazioni a disposizione anche per quanto riguarda la situazione di clienti e fornitori, garantendo un controllo puntuale della gestione aziendale e solvibilità dei clienti;

  • consente di ricostruire lo storico delle operazioni in qualsiasi momento con maggior controllo sull’accertamento del reddito;

  • offre la possibilità di redigere i bilanci d’esercizio e infrannuali con le relative informazionieconomiche, finanziarie e patrimoniali;

  • garantisce maggiore flessibilità riguardo all’accertamento presuntivo del reddito sulla base diparametri e studi di settore.

Ma non è tutto rose e fiori, perché accanto ai vantaggi esistono anche alcuni limiti come:

  • i costi esterni per la tenuta della contabilità presso un dottore commercialista, di gran lunga superiori;

  • poco adatta alle imprese di piccole dimensioni;

  • l’obbligo di avere tutte le scritture contabili viste in precedenza richiede impegno e conoscenze specifiche;

  • maggior tempo e attenzione, da ciò consegue che a fronte di adempimenti numerosi aumentano anche i costi.

Segui FareNumeri su Linkedin

Commenta e condividi i nostri articoli e video, aiutaci a divulgare la cultura dei numeri nelle scelte gestionali delle PMI.

autore-giuseppe-brusadelli

Giuseppe Brusadelli

Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in finanza e controllo di gestione.

Potrebbero interessarti anche: