BUDGET PATRIMONIALE: LA PREVISIONE DELLO STATO PATRIMONIALE DI UN’AZIENDA
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Il budget patrimoniale è un prospetto che si redige per stimare i valori di stato patrimoniale dell’anno successivo. Si prepara negli ultimi due mesi dell’anno, insieme al budget economico e al budget finanziario.
L’insieme di questi tre budget previsionali prende il nome di master budget.
Indice dei contenuti:
Come si calcola il budget patrimoniale
Per definizione, il budget patrimoniale è uno stato patrimoniale preventivo. In termini pratici serve a stimare i valori prospettici delle voci che compongono lo stato patrimoniale. Il calcolo si basa sulla somma dei valori di chiusura dell’anno precedente più le variazioni attese per l’immediato futuro. Qualche esempio:
- immobilizzazioni: sulla base degli ammortamenti desumibili dal libro cespiti, è possibile calcolare il loro valore inerziale. Se si prevede di fare nuovi investimenti o di vendere qualche bene, la stima ne deve tenere conto;
- capitale circolante: i valori attesi si calcolano mettendo in relazione il volume dei ricavi definito in sede di budget economico con gli indici delle medie degli anni passati, ovvero: tempi medi di incasso dai clienti, tempi medi di pagamento ai fornitori e giacenza media delle scorte di magazzino;
- patrimonio netto: evolve in base alla crescita del risultato di esercizio e alla distribuzione dei dividendi. Può anche variare in casi particolari, come l’aumento o la diminuzione del capitale sociale;
- finanziamenti: la stima di queste voci si ottiene sottraendo dai valori dell’anno precedente i rimborsi previsti dai finanziamenti stessi. Se si prevede l’apertura di nuovi finanziamenti, vanno sommati qui;
- altri debiti e crediti: il budget deve essere completato con la previsione delle altre voci dello stato patrimoniale, come la situazione debitoria/creditoria verso l’erario, verso i soci, eccetera.
Esempio di budget patrimoniale
Per comprendere meglio come si determina un budget patrimoniale, analizziamo l’ipotetica situazione patrimoniale dell’azienda Jedix S.r.l. al termine dell’anno.
Grazie alle previsioni fatte nel budget economico e alle riflessioni sulle componenti dello stato patrimoniale, l’amministratore può prevedere che:
- non acquisterà o venderà immobilizzazioni, dalle quali sarà dunque decurtato il solo valore degli ammortamenti (-30);
- aumenterà il magazzino perché vuole avviare un servizio di pronta consegna (+50);
- con il servizio di pronta consegna diminuirà le dilazioni concesse ai clienti, dunque i crediti diminuiranno (-20);
- l’utile di esercizio aumenterà il patrimonio netto (+10);
- non accenderà nuovi mutui, ma rimborserà normalmente quelli in essere (-30);
- aumenterà gli ordini verso i fornitori per rifornire meglio il magazzino, chiedendo una dilazione maggiore nei pagamenti (+30);
- il resto rimarrà invariato.
Ecco come evolverebbe lo stato patrimoniale sulla base di tali previsioni:
Così facendo, il budget patrimoniale porterebbe al seguente prospetto:
Fermiamoci un momento per notare la discrepanza segnata in rosso tra il totale delle attività e quello delle passività.
Anche se il budget patrimoniale è solo una visione previsionale dello stato patrimoniale, i totali delle attività e passività devono bilanciarsi, altrimenti si rischia di fare una previsione errata. Notiamo inoltre che manca la voce liquidità. In questo esempio il valore dovrebbe essere 20, per poter bilanciare il tutto.
Seguendo questo procedimento è dunque possibile calcolare (in modo approssimativo) il saldo di liquidità previsionale sulla base del budget patrimoniale. In pratica si giunge a fare una prima stima del flusso di cassa.
Stima del capitale circolante dei crediti/debiti fiscali
All’interno del budget patrimoniale lo studio del capitale circolante riveste un’importanza cruciale, anche se le sue dinamiche possono apparire contro-intuitive. In fase di crescita, infatti, è frequente trovare utili alti e liquidità scarsa.
Per gestire con equilibrio queste fasi è opportuno misurare le variazioni prospettiche delle voci che lo compongono:
- crediti v/clienti: analizzando i giorni medi di incasso, ovvero il tempo medio con cui i clienti pagano, è bene esaminare i ritardatari, l’eventuale differenza delle dilazioni e gli effetti sul calcolo dei crediti finali per l’anno successivo;
- debiti v/fornitori: così come per i crediti, è utile verificare i giorni medi di pagamento. L’analisi è più semplice in quanto i pagamenti ai fornitori sono controllati direttamente dall’azienda. Il valore finale dei debiti può subire delle modifiche a seconda dei volumi degli acquisti, ma anche delle eventuali decisioni sui pagamenti ai fornitori;
- rimanenze di magazzino: il controllo del magazzino è fondamentale per le tutte le decisioni previsionali importanti per il business. Il suo valore può infatti cambiare nel caso si stia pensando di attuare un servizio di pronta consegna, che richiede un magazzino sempre pieno. Un volume d’affari in crescita tende ad aumentare le giacenze, così come quando si inserisce nella gamma prodotti un nuovo articolo. Il rischio da gestire qui è l’obsolescenza del prodotto e la conseguente perdita di valore.
L’analisi dei valori del capitale circolante è quindi fondamentale per misurare il livello di liquidità aziendale. Il budget patrimoniale può far capire se i programmi di crescita e gli investimenti sono equilibrati rispetto alla capacità dell’azienda di autofinanziarsi. Saper usare il controllo e la proiezione dei suoi dati consente di gestire nel modo migliore eventuali fabbisogni di finanziamento da trattare con le banche.
Bisogna anche fare attenzione alla posizione nei confronti dell’erario, ovvero imposte, tasse e IVA. Ad esempio, le aziende che esportano non incassano l’IVA, però pagano questa imposta ai loro fornitori. Ciò fa maturare un credito IVA che il fisco restituisce con dinamiche che possono cambiare in base alle normative correnti.
Il budget spiegato in 2 minuti – VIDEO
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in controllo di gestione.