AVVIAMENTO: COS’È E QUANDO SI CONSIDERA
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In ambito aziendale l’avviamento è un concetto collegato alla valutazione di un’impresa. Infatti, dal punto di vista contabile il valore di un’impresa è dato dal suo patrimonio netto, ovvero dalla somma algebrica dei suoi beni (attività e passività).
Dal punto di vista pratico, però, il valore di un’impresa è determinato dal prezzo di una potenziale compravendita.
L’avviamento è dunque il maggior valore che si attribuisce all’impresa rispetto a quanto indicato nel suo bilancio.
Tale maggiorazione è determinata da una serie di fattori come: il valore corrente dei beni, la reputazione dell’impresa, la clientela fidelizzata, le competenze sviluppate nel tempo e tutti gli altri elementi intangibili che, a livello contabile, non sono valorizzati.
In alcuni casi l’avviamento è rilevato contabilmente e inserito a bilancio nelle immobilizzazioni immateriali dello stato patrimoniale. In questa prospettiva vale la definizione data dall’OIC:
“L’avviamento è l’attitudine di un’azienda a produrre utili che derivino o da fattori specifici che, pur concorrendo positivamente alla produzione del reddito ed essendosi formati nel tempo in modo oneroso, non hanno un valore autonomo, ovvero da incrementi di valore che il complesso dei beni aziendali acquisisce rispetto alla somma dei valori dei singoli beni, in virtù dell’organizzazione delle risorse in un sistema efficiente.”
Indice dei contenuti:
Collocazione nel bilancio civilistico
L’avviamento collocato nell’attivo di stato patrimoniale del bilancio civilistico, in particolare sotto la voce immobilizzazioni immateriali, sezione B.I 5) come indicato dall’art. 2424 che recita:
Lo stato patrimoniale deve essere redatto in conformità al seguente schema. Attivo:
Principio contabile OIC 24
La fondazione OIC ha lo scopo di interpretare e offrire linee guida esplicative riguardo le normative contabili. L’avviamento è trattato all’interno della pubblicazione OIC 24, dedicata alle immobilizzazioni immateriali. I corsivi presenti all’interno di questo articolo sono citazioni riportate da tale pubblicazione.
Quando l’avviamento è iscritto a bilancio
L’avviamento può essere generato internamente, oppure può essere acquisito a titolo oneroso. L’avviamento è iscritto tra le immobilizzazioni immateriali se sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
- è acquisito a titolo oneroso (cioè deriva dall’acquisizione di un’azienda o ramo d’azienda oppure da un’operazione di conferimento, di fusione o di scissione);
- ha un valore quantificabile in quanto incluso nel corrispettivo pagato;
- è costituito all’origine da oneri e costi ad utilità differita nel tempo, che garantiscono quindi benefici economici futuri (ad esempio, conseguimento di utili futuri);
- è soddisfatto il principio della recuperabilità del relativo costo (e quindi non si è in presenza di un cattivo affare).
L’avviamento generato internamente non può essere pertanto capitalizzato tra le immobilizzazioni immateriali.
Valutazione dell’avviamento
L’avviamento non è suscettibile di vita propria indipendente e separata dal complesso aziendale. Rappresenta una qualità dell’azienda e non può essere considerato come un bene immateriale a sé stante.
Il valore dell’avviamento si determina per differenza fra il prezzo complessivo sostenuto per l’acquisizione dell’azienda o ramo d’azienda ed il valore corrente attribuito agli altri elementi patrimoniali attivi e passivi che vengono trasferiti.
Calcolare l’avviamento per una determinata azienda è un lavoro complesso poiché la quantificazione del valore globale di un’azienda comporta delle scelte discrezionali. Inoltre, va considerato che la presunta esattezza del valore di un’azienda oggi non garantisce che sia valido anche domani. Basti pensare al valore delle aziende quotate in borsa che cambia ogni giorno.
Nel caso di società quotate il valore dell’azienda è dato dalla sua capitalizzazione (n.azioni x quotazione titolo). La differenza tra il valore contabile (book value) e la capitalizzazione può essere considerata una sorta di valore dell’avviamento.
Ammortamento
L’ammortamento dell’avviamento è effettuato secondo la sua vita utile. La vita utile è stimata in sede di rilevazione iniziale dell’avviamento e non può essere modificata negli esercizi.
Ai fini del calcolo della stima della vita utile dell’avviamento, la società prende in considerazione le informazioni disponibili per stimare il periodo entro il quale è probabile che si manifesteranno i benefici economici connessi con l’avviamento. Nei casi eccezionali in cui non sia possibile stimarne attendibilmente la vita utile, l’avviamento è ammortizzato in un periodo non superiore a dieci anni.
Gli ammortamenti sono iscritti nel conto economico, tra i costi della produzione, nella voce B10a) “Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali” e decorrono dal momento in cui l’immobilizzazione è pronta per l’uso. Il costo delle immobilizzazioni immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione.
Aliquote di ammortamento
In generale per quanto concerne le immobilizzazioni immateriali, la quota di ammortamento imputata a ciascun esercizio si riferisce alla ripartizione del costo sostenuto sull’intera durata di utilizzazione.
Oltre all’utilizzo di piani di ammortamenti a quote costanti, è ammesso anche l’utilizzo di piani a quote decrescenti, oppure parametrati ad altre variabili quantitative. Non è invece ammesso l’utilizzo di metodi di ammortamento a quote crescenti, in quanto tale metodo tende a porsi in contrasto con il principio della prudenza.
Rispetto alle aliquote di ammortamento dell’’avviamento, l’articolo 103 del TUIR recita: “Le quote di ammortamento del valore di avviamento iscritto nell’attivo del bilancio sono deducibili in misura non superiore a un diciottesimo del valore stesso.”
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in finanza e controllo di gestione.