OBIETTIVO SMART: 5 REQUISITI PER DEFINIRLO
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Per gli imprenditori è molto importante porsi qualche obiettivo e pensare a progetti da realizzare negli anni a venire.
Per qualcuno si tratta di un esercizio fatto a mente, rimuginando pensieri nella propria testa, ma forse non è proprio il modo migliore per il raggiungimento di un traguardo poiché si rischia di perderlo di vista per via dei cambiamenti e degli affanni quotidiani.
La forma scritta è indubbiamente meno vulnerabile alle dimenticanze. Uno strumento molto utile, che aiuta a non perdere di vista gli obiettivi aziendali può essere il famoso budget aziendale, il cui fine è programmare in modo logico e coerente le scelte dell’impresa.
Anche la condivisione con persone di fiducia è un buon inizio per almeno 3 motivi:
- una fase di analisi approfondita e partecipata da altre persone è un ottimo deterrente alla tentazione di cambiare direzione dalla sera alla mattina;
- le idee brillanti possono accendersi nella testa di una sola persona, ma in fase di progettazione un team riesce a sviluppare soluzioni più efficaci;
- lungo il percorso si incontrano sempre ostacoli insormontabili per alcuni, agevoli per altri, lavorare in team aiuta a non perdere di vista la meta e avanzare spediti.
Come definire un obiettivo SMART
Esistono molti esempi illustri da cui trarre ispirazioni e insegnamento, ma prima di ogni altra cosa è bene avere chiari i 5 requisiti che un obiettivo deve avere per essere considerato tale. Volentieri adottiamo questa brillante trovata del ricercatore americano Phil Bartle.
L’acronimo SMART è un piccolo trucco per ricordare e verificare le caratteristiche che un buon obiettivo deve avere:
- SPECIFICO: dovrà essere chiaro cosa, dove, quando e come la situazione su cui di focalizza l’azione;
- MISURABILE: l’obiettivo deve tradursi in un numero;
- ACCESSIBILE: le risorse umane impegnate devono essere messe nelle condizioni operative di raggiungere il risultato;
- REALISTICO: il valore fissato deve essere frutto di una riflessione ponderata che accerti i reali presupposti di fattibilità, ovvero che non si tratti di un desiderio destinato a evaporare alle prime difficoltà;
- TEMPORALE: ogni obiettivo ha un suo tempo di realizzazione, meglio ancora se viene suddiviso in sottoperiodi.
Fissare obiettivi equivale a determinare una rotta. Aiuta a definire la meta che si vuole raggiungere e studiare il percorso che si intende seguire, con la consapevolezza che ciò non sarà sufficiente ad evitare correnti contrarie o tempeste, ma semplicemente ad essere ben preparati.
Un esempio reale di obiettivo SMART
La Ryanair, ai suoi esordi, colpì nel segno togliendosi subito l’etichetta basso costo=bassa qualità dimostrando di far meglio delle compagnie di bandiera. Come ci riuscì? Facendo diventare la puntualità un obiettivo di squadra e cercando il contributo di tutti.
Tra i segreti del successo ci fu l’idea di aggiungere poche decine di minuti ai tempi di volo e questo fu sufficiente a scalare le classifiche di puntualità. I viaggiatori volevano arrivare in orario. Un ritardo poteva voler dire perdere la coincidenza o perdere i bagagli durante il trasbordo.
Cosa fare dopo aver definito gli obiettivi
È bene che l’imprenditore metta in atto un piano efficace per raggungerli. Ad esempio, si potrebbe partire iniziando a scomporre un maxi-obiettivo in altri di livello subordinato che però dipendono maggiormente dalla nostra azione e tenacia; questo aiuta a mantenere coerenza e attenzione sull’obiettivo.
In un secondo momento, sarà utile andare a verificare l’efficacia del piano e, nel caso, attuare delle correzioni o dei miglioramenti. Queste linee guida sono ben descritte dal ciclo di Deming, metodo ideato per controllare e migliorare la qualità dei processi aziendali.
Questo ciclo per il miglioramento continuo si basa su 4 fasi principali:
- pianificazione (plan);
- azione (do);
- controllo (check);
- correzione/miglioramento (act).
Ma solo misurando gli obiettivi si può trovare il modo per migliorare. Per questo esiste un sistema di misurazione dei risultati aziendali, chiamato balanced scorecard (BSC).
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in controllo di gestione.